Savona: volantinaggio in sostegno alla lotta No Tav

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Savona. Giovedì sera, durante il concerto dei Lou Dalfin, in piazza Sisto IV a Savona, per iniziativa del centro di documentazione Fuori Controllo, sono stati distribuiti volantini di solidarietà nei confronti dei cittadini della Val Susa che si oppongono alla realizzazione della Tav.

“Tanti occhi hanno visto. Tante bocche riferiranno – era riportato sui volantini -. Noi il 3 luglio eravamo a Chiomonte. Eravamo tra i 70.000 che hanno cercato di riprendersi il presidio No Tav, la Libera Repubblica della  Maddalena, attaccata una settimana prima da 2.500 poliziotti e carabinieri a colpi di ruspa, manganello e migliaia di lacrimogeni. A proposito di quelli che la violenza non la praticano… Come individui dotati di coraggio e dignità ci siamo difesi da nubi di gas irritanti e cancerogeni, lacrimogeni sparati indiscriminatamente ad alzo zero contro le teste delle persone con l’intento di fare del male e scoraggiare chi ha l’orgoglio di manifestare le proprie idee…”.

“Eppure nessuno si è tirato indietro – proseguiva – , come dice lo slogan ‘La Val Susa paura non ne ha!’ E alcuni di noi c’erano anche cinque anni fa, a Venaus, quando ci riprendemmo, in 30.000, il sito del vecchio cantiere per l’Alta Velocità. Questa lotta popolare, che ha visto il sostegno e l’impegno diretto e partecipe di forze variegate e molteplici, dagli anarchici ai pensionati della valle, e non solo, resiste da oltre quindici anni”.

Il volantino, poi, dopo aver spiegato i motivi per cui era stato realizzato, citava il “caso significativo di lotta popolare che ha riguardato la nostra città: l’opposizione alla costruzione del porto turistico nell’area della Margonara che avrebbe fatto scempio dell’ultimo tratto di costa non sepolto dal cemento a levante della città”.

“Il nostro futuro – questa la conclusione – non può prescindere dalla presa di coscienza di quello che ci accade intorno e delle troppe nocività (per la nostra salute, il pensiero libero e il principio di autodeterminazione) che ci vogliono imporre, pretendendo il nostro  rassegnato silenzio. Quello che non avranno mai”.