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Savona, al “Don Bosco” arriva l’arena teatrale estiva

Savona - piazza saffi

Savona. Quest’anno il teatro “don Bosco” di Savona tenta una nuova esperienza: il teatro all’aperto, utilizzando come spazio per palco e platea il cortile dell’oratorio parrocchiale. Andranno in scena “Colto in flagrante”, Quello bonanima” e “I manezzi pe’ majà ‘na figgia”. Un testo in italiano e due dialettali tratti dal repertorio di Gilberto Govi. Gli appuntamenti saranno tutti di venerdì: 8, 15, 29 luglio, alle ore 21. In caso di pioggia o cattivo tempo, lo spettacolo si terrà in teatro, al sicuro da eventuali temporali estivi.

“Quale il significato di questa esperienza? – dice il direttore del teatro don Giovanni Margara -. Intanto verificare se nella stagione estiva persiste un interesse per il teatro e, se sì, poter coltivare questo prezioso ‘passatempo’ offrendo alla gente ciò che già offriamo nel corso dell’anno. Naturalmente non si proporranno testi nuovi, bensì repliche di alcuni successi della compagnia ‘La Torretta’. L’ingresso, per quest’anno, sarà gratuito con 90 posti a sedere. Inoltre questa esperienza vuole segnalare al pubblico l’esistenza di una realtà importante: l’oratorio parrocchiale, luogo e occasione di crescita e di formazione cristiana e civile. Molta gente conosce l’oratorio ma moltissimi non hanno nemmeno idea che esista e che cosa faccia. Ebbene, il teatro all’aperto serve a segnalare, quanto meno, che l’oratorio c’è, che ha delle strutture e che le usa a servizio di tutti”.

“L’allestimento di un palco all’aperto – prosegue don Margara – non è cosa da poco: in tal senso la direzione del teatro si è mossa già da circa un anno per provvedere il necessario e lo sforzo continuerà, perché ciò che si vuole offrire è sempre e comunque un prodotto di qualità, sostenuto anche tecnologicamente da strumenti adeguati, che permettano di dare il meglio e valorizzare le doti artistiche di chi sale sul palco. Offrire cose buone e belle è il modo migliore per esprimere rispetto verso il pubblico e verso l’istituzione che ospita l’iniziativa. E’ questione non solo di stile ma di dignità, quella dignità che deve contraddistinguere sempre la vita del singolo e la vita della chiesa, qualunque cosa si faccia, qualunque ruolo si ricopra”.

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