Rifiuti: in Italia cala la produzione, ma ogni italiano paga più tasse

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E’ un’Italia meno sprecona, ma con costi di gestione del servizio di igiene urbana in crescita, quella che emerge dal Rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), pubblicato oggi.

Scende infatti dell’1% la produzione nazionale di rifiuti, arrivando tra il 2008 ed il 2009 a 32,1 milioni di tonnellate, a fronte dei 32,5 milioni di tonnellate nel 2008. Nel cassonetto, in calo anche il pro capite: nello stesso periodo ogni abitante ha prodotto 9 kg in meno l’anno (circa -1,6%), per complessivi 532 kg per abitante.

Per gli italiani, sottolinea il Rapporto, crescono però gli oneri: nel 2008 ogni persona ha speso 138,22 euro per la gestione dei rifiuti urbani (158,43 euro nei grandi centri e 100,8 nei piccoli), mediamente il 5,1% in più rispetto al 2007. Continua il trend di crescita della raccolta differenziata anche nel 2009, che raggiunge il 33,6% della produzione totale dei rifiuti urbani, a fronte del 30,6% circa del 2008.

Il totale dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, tra il 2008 ed il 2009, è in crescita di quasi 450 mila tonnellate nel Mezzogiorno (+29,4%) e ha incrementi di oltre 280 mila tonnellate nel Nord (+4,2%) e circa 115 mila tonnellate nel Centro (+6,9%). Nella geografia della raccolta, emerge a sorpresa la Campania che, tra le regioni del Mezzogiorno, registra la crescita più rilevante con il 29,3%. Buona la performance della Sardegna che raggiunge il 42,5%. Mentre al Nord la differenziata si configura come una solida realtà (48%), con il Trentino Alto Adige (57,8%) e il Veneto (57,5%) che fanno la differenza. Tra le grandi città, per la prima volta, Roma e Genova oltrepassano la soglia del 20%; buono anche il risultato raggiunto da Napoli (18,3%), quasi il 10% in più rispetto al 2008. Tra le città con più di 150 mila abitanti, è ancora Reggio nell’Emilia, con il 49,9%, che fa registrare la più elevata percentuale di raccolta differenziata.

Maglia nera a quattro comuni del Mezzogiorno: Catania, Palermo, Taranto e Messina che si attestano a valori percentuali di raccolta differenziata al di sotto del 10%.

Ecco la fotografia della gestione dei rifiuti in Italia. Per quanto riguarda l’incenerimento, è rimasto invariato a 49 unità il numero di impianti di incenerimento operativi sul territorio nazionale, ma é cresciuto, nel 2009, dell’11% il quantitativo di rifiuti urbani avviati ad incenerimento (4,6 milioni di tonnellate).

Il compostaggio mostra incrementi, non solo rispetto al totale dei rifiuti trattati (+ 9,7% rispetto all’anno 2008), ma soprattutto riguardo alla quantità di frazione organica da raccolta differenziata che cresce di oltre 10 punti percentuali (2,9 milioni di tonnellate). Nel 2009 è stato prodotto compost per 1,34 milioni di tonnellate (+6,8%).

Per le discariche note dolenti. L’Italia, al 40,6%, è ancora oltre la media europea del 38%, nonostante i consistenti miglioramenti della Sardegna e dell’Abruzzo. La discarica si conferma la forma più diffusa di smaltimento dei rifiuti urbani, nonostante sia l’opzione meno adeguata dal punto di vista ambientale. Nel 2009 sono state inviate in discarica 15,4 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 40,6% di quelli complessivamente gestiti. Si nota, tuttavia una riduzione rispetto al 2008 (-650 mila tonnellate, pari al 4%). Il Lazio, con oltre 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti, è la regione che smaltisce in discarica la maggiore quantità (80% dei rifiuti prodotti). La sola provincia di Roma smaltisce in discarica oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa 1,5 milioni solo nel Comune di Roma. Non trascurabili infine le cosiddette “ecoballe” stoccate in Campania: 6,6 milioni di tonnellate alla fine del 2009.

Nel 2008, i rifiuti sono costati in media agli italiani 138,22 euro a persona, secondo il Rapporto Ispra. I grandi Comuni con più di 50 mila abitanti pagano di più, circa 158,43 euro pro capite, mentre i piccoli centri al di sotto dei 5 mila abitanti spendono mediamente 100,80 euro a persona. In media, sottolinea il Rapporto, la spesa per gestire i rifiuti urbani è cresciuta del 5,1% rispetto al 2007. La ripartizione dei costi è la seguente: il 44,3% è imputabile alla gestione dei rifiuti indifferenziati, il 20,2% alla gestione delle raccolte differenziate, il 14,8% allo spazzamento e lavaggio delle strade e la rimanente percentuale ai costi generali del servizio.

I costi medi di gestione per kg di rifiuto ammontano a 17,44 eurocentesimi/kg per la gestione dei rifiuti indifferenziati ed a 14,00 eurocentesimi/kg per la gestione della frazione differenziata, di poco superiori ai valori calcolati per il 2007, in cui ammontavano rispettivamente a 16,49 e 14,00 eurocentesimi/kg. Nel 2010 il numero di Comuni che applicano la tariffa di igiene ambientale (TIA) è pari a 1.203 (14,8% del totale).

A livello nazionale, si è passati dal 4,1% di popolazione interessata dal sistema tariffario, riferito all’anno 2000, a circa il 28,7% dell’anno 2010. L’analisi economica condotta sui piani finanziari dei soli comuni che applicano la TIA, rileva che il costo totale medio pro capite nel 2009 è pari a 167,5 euro a persona, con un incremento del 4,5% rispetto al 2008. Il costo totale medio pro capite per kg di rifiuto prodotto, nei comuni in regime di TIA, si attesta per l’anno 2009 a 26,6 eurocentesimi/kg, con un incremento rispetto al 2008 dell’1,9%.