Savona. Una condanna a tre anni di reclusione, oltre al pagamento di un risarcimento di 90 mila euro alla parte civile. Si è chiuso con questa sentenza, questa mattina, in tribunale a Savona, il processo che vedeva sul banco degli imputati un savonese di 37 anni accusato di maltrattamenti e lesioni volontarie nei confronti del suo bimbo nato da pochi mesi. Accuse gravissime che il giudice ha deciso di punire severamente raddoppiando la pena che era stata chiesta dal pubblico ministero Giovanni Battista Ferro (18 mesi di reclusione).
Gli episodi di violenza e maltrattamenti, in tutto quattro, che erano contestati al papà risalgono ai primi 4 mesi di vita del neonato: il primo nel novembre 2008 quando, facendolo cadere, avrebbe procurato al piccolo un sanguinamento del cavo orale, il secondo nel dicembre dello stesso anno quando gli avrebbe procurato una ecchimosi sulla fronte, il terzo nei primissimi giorni del febbraio 2009 quando gli avrebbe provocato la rottura scomposta del femore ed infine, intorno alla metà dello stesso mese, gli avrebbe procurato una frattura parietale della teca cranica.
Una serie di “infortuni”, avvenuti tutti in assenza della mamma del piccolo, che avevano finito per insospettire i medici del pronto soccorso savonese dai quali era partita una segnalazione per il tribunale dei minori. Da lì l’intervento dei servizi sociali e l’apertura di un’indagine della Procura che, dopo una serie di accertamenti e perizie, aveva portato poi al rinvio a giudizio del trentasettenne. Dall’inchiesta era uscita un’immagine di padre-violento che l’imputato aveva sempre cercato di ridimensionare, ma che evidentemente non ha convinto il giudice. Il papà ora dovrà anche risarcire la sua ex compagna che, assistita dall’avvocato Andrea Cechini, si era costituita parte civile. La condanna prevede un risarcimento di 45mila euro per la donna e di 45mila per il bimbo che ha subito i maltrattamenti.
Per conoscere le motivazioni della sentenza occorrerà attendere 90 giorni. E’ probabile che la difesa possa decidere di presentare un ricorso in appello. Il papà infatti aveva sempre ribadito in aula di non aver mai voluto fare male volontariamente al suo bambino ma che si sarebbe trattato di incidenti: “Mi dispiace tantissimo per tutta questa situazione che ha coinvolto mio figlio e la sua mamma. Sto molto male per quello che è successo e me lo porterò dietro per tutta la vita” aveva detto.