Alassio. L’associazione “U’ Massatoiu” di Alassio, il 20 luglio scorso ha formulato apposita istanza all’amministrazione comunale per l’intitolazione dell’area antistante la chiesa di San Giovanni Battista alla Fenarina a Don Ermanno Piantanida come segno di riconoscenza e gratitudine per il suo operato nella comunità, fissando per sempre il suo nome nella realtà del territorio e consegnando all’intera comunità la memoria della sua persona e della sua pastorale.
Don Ermanno Piantanida, arciprete della chiesa parrocchiale di San Vincenzo Ferreri, morì il 17 novembre 1984. Le esequie, concelebrate da ben due vescovi, resero degna testimonianza della grande figura di pastore, parroco e sacerdote, quotidianamente vissuta e spesa a favore della Comunità Parrocchiale a lui affidata. “Egli aveva profondo dentro di se il senso della carità e del donarsi agli altri, quello del vero pastore – si legge in una nota dell’associazione – Nutriva una predilezione per gli anziani, soprattutto per gli ammalati che visitava assiduamente sia a casa che in ospedale, portando loro conforto e speranza, senza trascurare le famiglie, ed in particolare quelle in stato di bisogno e difficoltà. Provava profonda tenerezza per i bambini ed era legato ai giovani per i quali quotidianamente si spendeva. Aveva il dono dell’ascolto, e dove non arrivavano le sue parole arrivava il suo sorriso, il suo sguardo”.
“S. Vincenzo era una piccola chiesetta che costituiva una cappella rurale, appartenente alla Parrocchia di S. Ambrogio, fino a quando, nel 1965 l’allora Vescovo, monsignor Alessandro Piazza, la eresse a parrocchia – si legge ancora – Dopo una reggenza di 7 mesi, da parte di ben due sacerdoti, giunge ad Alassio il 1 settembre 1965, proveniente dalla parrocchia di Giustenice, don Piantanida, che la governerà per 19 anni. Al suo arrivo la chiesa era priva di ogni struttura per svolgere le attività parrocchiali oltre che della casa canonica. In brevissimo tempo procedette alla costruzione, non solo dell’annesso edificio delle opere parrocchiali, ma provvide all’ampliamento dello stessa chiesa. Negli anni ’80, grazie al lascito di Antonio Canata, iniziò la costruzione di una seconda chiesa, quella di S. Giovanni Battista, realizzata per rispondere meglio alla cura pastorale delle famiglie che in quegli anni hanno preso dimora nella zona della Fenarina, a seguito della forte espansione urbanistica degli anni ‘70. Della sua costruzione purtroppo non vide la conclusione ma, oltre all’edificio religioso, aveva previsto anche il campo sportivo e diverse strutture adibite alla pastorale giovanile, oggi sede delle attività dei ragazzi, in particolare dell’Azione Cattolica Italiana.
La scelta dell’area non è stata certamente casuale: si tratta infatti di un’area sulla quale si affaccia una della grandi realizzazioni materiali e spirituali di don Piantanida, di cui andava fieramente orgoglioso”.