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Giro di permessi di soggiorno falsi: via al maxi processo con 71 imputati

Tribunale

Savona. Prima udienza questa mattina, in tribunale a Savona, per il maxi processo che vede ben 71 persone a giudizio per un giro di permessi di soggiorno falsi. Secondo quanto emerso dalle indagini degli inquirenti alcuni albanesi procuravano agli immigrati extracomunitari (la maggior parte dei quali connazionali) permessi di soggiorno, rinnovi di permessi, ricongiungimenti familiari, attraverso l’acquisizione di residenze fittizie.

In questo procedimento, in fase di udienza preliminare, avevano già patteggiato tre persone, considerate dall’accusa le “menti” dell’organizzazione. Si tratta di Can Lika, 46 anni, albanese considerato il “dominus” del giro, Artur Domi, 31 anni, e Claudio Breme, 60 anni, italiano. Le pene patteggiate sono due anni e 6 mesi di reclusione e 15 mila euro di multa per i primi due e due anni e sei mesi e 10 mila euro di multa per Breme.

In aula, davanti al Collegio, ci sono adesso il fratello di Can Lika, Artur, 36 anni, ed anche una bosniaca, Maksuma Advicevic, di 57, che sono comunque considerati due pedine importanti dell’organizzazione: collaboravano con Can e gli altri, il primo nella gestione della società, la seconda in qualità di agente immobiliare. Molti degli altri imputati, che devono rispondere a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, nonché di violazioni specifiche della legge sull’immigrazione, sono invece gli stessi stranieri che si erano affidati ai servizi dell’organizzazione.

Le persone indagate erano 81 e le accuse variavano dall’associazione per delinquere (a carico dei cinque componenti dell’organizzazione che aveva ordito il piano dei permessi facili) appunto alla truffa aggravata, al falso ed alle violazioni specifiche della legge sull’immigrazione. Secordo quanto ricostruito dagli investigatori nel corso delle indagini la mente dell’associazione sarebbe stata appunto Lika, titolare dell’omonima agenzia d’affari con sedi a Savona, Calizzano e Albenga che fino al 2004 avrebbe continuato a fornire permessi facili ai connazionali.

Stando all’accusa tutto sarebbe ruotato attraverso il rilascio di contratti di affitto falsi, condizione necessaria per dare avvio alle pratiche presso l’Ufficio stranieri della questura. L’organizzazione si sarebbe procurata i dati di alcuni immobili siti nel Savonese, compresi quelli dei proprietari; dati che sarebbero stati poi inseriti nei falsi contratti di locazione. In cambio, gli stranieri riconoscevano a Lika e “soci” un corrispettivo, solitamente di circa 2 mila euro a pratica. Prossima udienza del processo il 25 gennaio prossimo.