Cronaca

Savona, emergenza profughi: “fantasmi” in città, disinformazione e permessi in esaurimento (fotogallery)

Savona. L’emergenza profughi nella città della torretta prosegue. I tunisini dirottati sul Savonese dalla questura di Imperia potranno ottenere ancora una quarantina di permessi temporanei di soggiorno, poi, sul piano burocratico, verranno rimbalzati indietro. La Prefettura savonese sta gestendo le fasi dell’emergenza, in coordinamento con tutte le forze dell’ordine e l’associazionismo del terzo settore che sta impiegando le energie per il sostegno umanitario e l’accoglienza.

Ma manca il coordinamento e, soprattutto, l’informazione per i giovani stranieri che si trovano in una località sconosciuta, senza sapere che tipo di tappa sia nel viaggio verso la frontiera. I tunisini vagano per le vie cittadine e lo hanno fatto anche questa notte. Soltanto una parte ha dormito nella palestra delle scuole Astengo, dove è stata rifocillata e ha avuto a disposizione coperte e assistenza sanitaria. Molti sono tornati a frequentare i sottopassi della stazione Mongrifone. La maggior parte ha già esaurito i soldi messi in saccoccia per il viaggio.

Croce Rossa e Caritas diocesana hanno messo in campo gli sforzi per coordinare le procedure d’accoglienza, ma senza avere adeguate direttive in anticipo. La polizia ha cercato di rintracciare i cittadini tunisini nei quattro angoli di Savona e guidarli nelle pratiche. Ma è probabile che l’Ufficio Immigrazione della Questura savonese non sia più attivo nell’assegnazione dei permessi temporanei già dal primo pomeriggio.

A farsi portavoce degli abitanti dell’Oltreletimbro è Cristina Scaramuzza, commerciante e candidata della lista a sostegno di Paolo Marson per la corsa a Palazzo Sisto: “Tutti i problemi legati al disagio sociale nella nostra città vengono puntualmente riversati nell’Oltreletimbro. La situazione è davvero difficile e la gente è stufa: perché non vengono ospitati anche in centro? Nessuno ci ha informati se non a cose fatte. Ora vogliamo che la Asl certifichi l’idoneità dal punto di vista igienico dei locali prima di farci rientrare i nostri bambini”.

“Gli stranieri costituiscono a Savona il 10% della popolazione – precisa il candidato sindaco Marson – La nostra è una città accogliente e aperta. Il problema in questo caso non sono gli immigrati tunisini, ma la capacità organizzativa del Comune, che non riesce ad avere una visione complessiva del territorio e delle sue criticità: il solito sociale predicato che non trova soluzioni neppure per ricoverare poche decine di persone senza creare disservizi”.