Cronaca

Pompieri discontinui, prosegue la battaglia per gli stipendi: “Rimpallo di responsabilità”

Vigili del fuoco

Savona. Discontinuo il lavoro così come discontinuo è pure lo stipendio. La situazione denunciata la scorsa settimana dai vigili del fuoco “a chiamata” del Comando di Savona – i quali non ricevono la paga mensile dall’inizio dell’anno – non si è sbloccata.

Nemmeno quando alcuni di loro hanno preso carta e penna per scrivere alla Direzione regionale e chiedere spiegazione sugli intoppi burocratici che tengono “fermi” i soldi tanto ambiti. La causa di tutto sarebbe il pensionamento del comandante savonese, avvenuto a marzo, e la sua mancata sostituzione con la conseguente assenza di chi svolga le sue funzioni, anche dal punto di vista amministrativo. E così gli stipendi dei discontinui rimangono bloccati tra scartoffie e mancate firme. “E’ un continuo rimpallo di responsabilità – dice sottovoce qualcuno – La Direzione regionale dice che deve occuparsene il Comando savonese che, a sua volta, tace”.

“A Savona i discontinui sono un centinaio circa – spiega Costanzo Protto, rappresentante Cisl del Comando dei vigili del fuoco savonese – Il problema è proprio il mancato passaggio di competenze dovuto al pensionamento del comandante. Non si tratta, però, di un evento improvviso: a Roma avrebbero potuto pensare in tempo alla situazione che si sarebbe venuta a creare. I fondi per pagare i discontinui ci sarebbero, il problema è ‘romano’. Si tratta comunque di una situazione da valutare anche a livello nazionale, con il Corpo dei vigili del fuoco che non naviga certo in buone acque”.

Tra i pompieri a chiamata c’è addirittura chi lamenta la mancata sostituzione di divise logorate. “Mi è capitato di dover lavorare d’estate con la divisa invernale, per non parlare del giaccone antifiamma che avrà una decina d’anni ed è a dir poco consumato”, si mormora al Comando della città della Torretta. “Inoltre – prosegue Protto – i tagli che hanno colpito un po’ tutti riguardano anche i discontinui: il massimo di chiamate all’anno, per loro, è di otto richiami che, ultimamente, sono diventati quattro o cinque. Anche perché aumenta il numero dei vigili a chiamata, ma comunque diminuiscono i fondi. E anche ai permanenti non va meglio. C’è chi aspetta il pagamento degli straordinari da più di un anno. Per non parlare dei 3-4mila pensionamenti del 2010 con il personale sostituito solo in minima parte e la conseguente impossibilità di garantire il soccorso”.

“Prendiamo l’esempio di Albenga: qui c’erano due squadre di 5 persone l’una che ora, tra pensionamenti e tagli, sono ridotte a un gruppo da 5 e l’altro da 2. Albenga è un territorio vastissimo da coprire e due emergenze contemporanee, a seconda della loro entità, sono difficili da gestire. Nel Savonese non vi è ancora il rischio di chiusura dei vari distaccamenti però c’è un preoccupante calo di personale”, conclude Protto.