Savona. Piattaforma Maersk e trasporto su binari delle merci dalle banchine a i retroporti sono stati fra i temi trattati nel workshop che si è svolto oggi al Terminal Intermodale di Mortara, al quale ha partecipato l’Autorità Portuale di Savona. Nello specifico, la giornata era dedicata al progetto europeo “Trasitects”, che si propone di sviluppare servizi innovativi di trasporto ferroviario e intermodale gomma-ferro-vie navigabili.
Per l’Authority savonese si tratta anche di una prosecuzione rispetto alla visita della delegazione tedesca al porto di Savona a novembre e della visita dei porti liguri a Stoccarda la scorsa settimana, tutte attività centrate sulla sempre più crescente attenzione della Germania dalla regione del Baden Wutternberg e dei suoi operatori per l’utilizzo degli scali liguri come porti di accesso per le merci in import e per quelle in export verso Nord Africa e Oriente.
Questa mattina, il sottosegretario ai trasporti Bartolomeo Giachino ha sottolineato quanto per l’Italia vale il recupero di una efficiente logisitica e di un trasporto dai porti ai retroporti efficaci (0,5 del Pil italiano). Tutti gli intervenuti hanno evidenziato il ruolo dell’interporto di Mortara come gateway tra l’Europa e il Mar Ligure soprattutto con il porto di Savona.
Il presidente dell’Autorità savonese, Rino Canavese, ha presentato i tre porti liguri, soffermandosi sui mutamenti dei mercati mondiali che hanno già cambiato le strategie delle grandi compagnie marittime (in primis Maersk e MSC) che per migliorare la loro politica ambientale (Marsk entro il 2020 ridurrà le emissioni in atmosfera del 25%) e per migliorare l’economicità dei trasporti hanno puntato sulle grandi navi da 16 mila Teu.
Per motivi di risparmio in termini di tempo e quindi di salvaguardia ambientale nonché di economia per i clienti, i porti liguri e Savona in primis giocano un ruolo determinante. Raggiungere i porti liguri dalla Germania, dall’Austria, dalla Svizzera porta ad un risparmio di 8-10 giorni di navigazione rispetto all utilizzo dei porti del Nord Europa. Per la Port Authority di Savona “vantaggi ambientali, risparmio carburante, razionalizzazione dei tempi di viaggio sono tre fattori che devono spingere le istituzioni liguri, piemontesi e lombarde (queste ultime hanno sui loro territori gli i dispensabili retroporti come Mortara, ma anche Rivalta Scrivia o il nascente retroporto di Mondovì) a collaborare per creare un sistema logistico a servizio dei porti”.
Al workshop di Mortara è presente anche una delegazione di operatori del porto di Savona: il presidente dei terminalisti Giorgio Blanco, il presidente dell’Unione Utenti del Porto Giancarlo Porretti, l’ad di AP Moeller Maersk Carlo Merli, quindi anche i terminalisti Ettore Campostano e Gerardo Ghiliotto. Rino Canavese ha indicato i progetti di sviluppo del porto di Savona, puntando l’attenzione sulla nascente piattaforma container di Vado Ligure, e soprattutto sul sistema ferroviario su cui ha lavorato per parecchi anni l’Autorita Portuale e che sta perfezionando per garantire un veloce inoltro delle merci dalle banchine ai retroporti utilizzando le due linee di valico, verso Alessandria via San Giuseppe di Cairo e verso Torino, proprio in vista della realizzazione della piattaforma che utilizzerà soprattutto il ferroviario per il trasporto container arrivando a 36 treni al giorno.
“L’Autorità Portuale di Savona – ha detto Canavese – ha da tempo creduto e lavorato per arrivare ad un sistema ferroviario che liberi dalle merci le banchine velocemente non intasando i porti. Per questo ha avviato relazioni concrete con tre retroporti identificati come quelli di riferimento per Savona: Mortara, Rivalta e Mondovì”.