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Ania: “92,3% degli italiani non giustifica chi viola le regole della strada, ma il 70% lo fa”

Incidente - vigili del fuoco

Il 91,3% degli italiani non giustifica chi viola le regole della strada, ma a più del 70% degli automobilisti è capitato di infrangerle, anche più volte (nel 47% dei casi). Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine “Gli italiani e il rispetto delle regole”, commissionata dalla Fondazione Ania a Ispo e presentata oggi a Roma.

L’intolleranza verso chi non rispetta il codice della strada (la prova il 95% delle donne, l’88% degli uomini) è al quinto posto della classifica delle infrazioni su cui gli italiani non vogliono chiudere un occhio. Al primo posto c’é la truffa ai danni del prossimo (non la accetta il 96% del campione, 807 persone), seguita dalla ricerca di benefici statali pur non avendo diritto (94%), dalle assenze al lavoro anche se non si è veramente malati (94%) e dal fare male il lavoro per cui si è pagati (92%).

Il 58% degli intervistati sostiene che gli italiani non rispettino il codice della strada. Sette su dieci ammettono di infrangerlo, anche se oltre l’80% è consapevole dei rischi e delle conseguenze sociali ed economiche degli incidenti e l’84% é d’accordo con l’introduzione del reato di violenza stradale nel codice penale. Le infrazioni considerate più gravi sono quelle che possono arrecare danno agli altri, come guidare in stato psico-fisico alterato (76%), passare con il semaforo rosso (60%) e superare i limiti di velocità (52%); i motivi per cui si infrangono le regole sono la sottovalutazione del rischio (91%), la tendenza a considerare i controlli scarsi e inefficaci (72%), la percezione che le sanzioni previste non siano così pesanti da far paura o non vengano applicate (70%), ma anche la scarsa chiarezza del codice della strada (35%).

Il 74% del campione dice, infine, di rispettare di più le regole della strada quando è all’estero. Comportamento più accentuato tra i giovanissimi dai 18 ai 24 anni (77,2%), gli intervistati tra i 45 e i 54 anni (78%) e i residenti nel Mezzogiorno (76,6% contro il 70% del Centro e il 73% del Nord).

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