Savona. E’ attesa per domani la sentenza del processo per la morte di Alberto Genta, il faccendiere di Altare scomparso tra il 7 e l’8 maggio del 2003 e il cui cadavere non è mai stato trovato. Il processo, che vede come unico imputato l’imprenditore Giancarlo D’Angelo, riprenderà infatti domani mattina, alle 9,30, davanti ai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Savona.
E’ probabile che il procedimento riprenda con le repliche del pubblico ministero e degli avvocati della difesa. Dopo, salvo imprevisti, i giudici dovrebbero ritirarsi per prendere una decisione. Nel corso dell’ultima udienza il pubblico ministero Vincenzo Scolastico aveva chiesto per D’Angelo una condanna a 21 anni e due mesi di reclusione.
Al termine della sua discussione aveva preso la parola il legale di parte civile, l’avvocato Alessandro Lorenzi, che, rifacendosi a quanto detto dall’accusa, nell’elenco delle “prove” a carico dell’imputato aveva menzionato il memoriale di Ivonne Ferando (dal quale emergerebbe che D’Angelo sapeva della morte di Genta), una questione di assegni e il movente del denaro. La parte civile ha anche chiesto il pagamento di una provvisionale da centomila euro a titolo di risarcimento (che sarebbe comunque da concordare poi in altra sede). Infine avevano preso la parola gli avvocati Attilio Bonifacino e Carlo Risso che difendono l’imprenditore cairese.