Vado Ligure. I carabinieri di Savona lo tenevano d’occhio da giorni, dopo averlo visto “confabulare” con altri due connazionali, mai visti prima sul territorio savonese. I suoi precedenti per droga hanno subito fatto pensare a movimenti sospetti, per cui P.G., cittadino albanese ventottenne residente a Savona, è stato costantemente monitorato dai militari dell’Arma, fino al maxisequestro di droga di questa notte (per la precisione, 2 chili e 216 grammi di cocaina). A finire in manette sono stati 4 albanesi su cui ora pende l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Sono stati dunque predisposti giorni fa una serie di servizi di osservazione, controllo e pedinamento che hanno condotto poi i militari fino al luogo ove, nella serata di sabato, i tre albanesi si sono incontrati con una quarta persona, H. S., di 36 anni, camionista loro connazionale. Qui, in un parcheggio per motrici e rimorchi nelle vicinanze della Tirreno Power, uno dei tre si è allontanato a piedi con il camionista, dirigendosi verso alcuni semirimorchi immersi nel buio. A questo punto è scattato il blitz dei carabinieri che hanno bloccato i malviventi. I due sconosciuti, visti confabulare giorni prima con P.G., sono stati identificati in M. K. e O. O., rispettivamente 30 e 31 anni, albanesi effettivamente appena giunti in Italia. H.S. si era presentato all’appuntamento con una motrice stradale, che è stata accuratamente perquisita e al cui interno è stato scoperto un nascondiglio ricavato nello schienale di un sedile.
La sostanza stupefacente, dopo accurate ricerche e grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno provveduto ad accendere tutte le luci artificiali del parcheggio, è stata rinvenuta dall’equipaggio dell’Aliquota Radiomobile occultata in un anfratto di un rimorchio parcheggiato poco distante, evidentemente nell’intento di eludere un eventuale controllo improvviso. Tutti e quattro gli arrestati sono stati accompagnati alla casa circondariale Sant’Agostino di Savona e rischiano condanne a partire da dieci anni di reclusione in quanto associati nell’attività delittuosa, mentre per chi fosse riconosciuto promotore ed organizzatore del sodalizio la pena prevista parte da vent’anni.