Savona. Sala stracolma per l’intervento del professor Umberto Veronesi a Savona. L’aula del consiglio comunale ha visto il noto oncologo, di recente chiamato a presiedere l’Agenzia per la sicurezza sul nucleare, spiegare la sua posizione sul tema controverso del testamento biologico.
“Per un medico è determinante conoscere la volontà del paziente – afferma Veronesi – E’ la stessa deontologica che impone ai medici di rispettare le disposizioni di chi ha in cura. Spetta, inoltre, al curante la custodia dei diritti del malato. La Costituzione italiana stabilisce per legge la libertà e il diritto di rifiutare le cure. Tutti coloro che rifiutano la vita artificiale dovrebbero scrivere, come ho fatto io di mio pugno, il proprio testamento biologico”.
Il disegno di legge Calabrò, approvato a suo tempo dal Senato e fermo da molti mesi alla Commissione Affari Sociali della Camera, non va avanti. “Non sono ottimista sulla possibilità a breve termine di un intervento legislativo” osserva il professor Veronesi, ma – aggiunge – “non rinunciamo a lavorarci”.
A Savona il consiglio comunale aveva già discusso sulla possibilità di istituite un registro presso il Comune dove i cittadini, anziché recarsi da un notaio, potessero manifestare l’intento di non sottoporsi ad alcun accanimento terapeutico in caso di gravi malattie. L’incontro di oggi, organizzato dal Comitato Promotore per il Testamento Biologico in collaborazione con la libreria Ubik ed il patrocinio del Comune, ha dimostrato come l’interesse dei savonesi sull’argomento sia molto diffuso.
Contestualmente ai temi bioetici, inevitabile la domanda sul nucleare. “L’energia nucleare sostituisce il carbone” rimarca netto Veronesi, sollecitato da una domanda sul potenziamento sulla centrale Tirreno Power di Vado. “I reattori nucleare di nuova generazione sono sicuri e su questo non c’è dubbio” calca il professore. Quanto ai tempi, sottolinea, “ci vorranno quattro anni per avere la primissima attività nucleare come sorgente di energia”.
Nessuna certezza, invece, su quale sarà la sede dell’Agenzia italiana. “Su Genova ancora non si sa” dichiara Veronesi. Quanto alla qualità della sanità ligure, il professore non ha dubbi: “Ha una buona nomea di eccellenza e in questa regione non ci sono casi gravi di malasanità. Un aspetto, però, penalizza il sistema sanitario ligure: la viabilità e la presenza di un’unica arteria viaria”.