Savona. “Un lavoro da notaio”: così Paolo Forzano, presidente del Comitato Casello Albamare, definisce il Piano Urbano della Mobilità e del Traffico (PUMT) presentato dal Comune di Savona lo scorso 5 novembre.
“Un piano che sostanzialmente è un’antologia del passato, – continua Forzano – non analizza lo stato di fatto con sufficiente obiettività e profondità, non tiene in nessuna considerazione realtà pesanti, quali il traffico da levante, piazza Leon Pancaldo, e proposte varie (nuovi accessi a Savona da levante, Villapiana, casello albamare, collegamento porto-corso Ricci-Aurelia bis proposto dalla Port Authority, e tante altre) ma cerca di dare soltanto un collante organico a quanto proposto dall’amministrazione negli anni passati, senza quindi una visione indipendente, sistematica ed obiettiva. Qualcuno in questo Comune ha voluto sprecare soldi in questa iniziativa col solo scopo di affermare che quanto fatto finora, in concreto o come progetto di massima, è cosa buona ed intoccabile. Gli altri glielo hanno lasciato fare. La presunta disponibilità al colloquio dell’amministrazione non trova riscontro nei fatti: il 30 luglio 2010 chiedemmo via mail un incontro senza avere risposta. E’ ovvio che un buon lavoro è basato sull’analisi di dati e di situazioni. Noi avremmo voluto dare il nostro contributo. Ci è stato negato. Non era forse obbligatorio, ma certamente in netto contrasto con la disponibilità dichiarata. Un PUMT poi lo abbiamo sempre detto, e lo suggerisce anche la legge, avrebbe dovuto essere fatto per il comprensorio, solo Savona è abbastanza un controsenso, visti i problemi dell’area”.
“Dall’analisi dei documenti pubblicati sul sito del Comune come bozza preliminare del PUMT – spiega il presidente del Comitato Casello Albamare – osserviamo che sono stati fatti troppo pochi rilevamenti: soltanto 9 postazioni di rilievo con apparecchiature automatiche per 24 ore, altre 18 postazioni manuali nell’intervallo 7,00-9,00 ed eventualmente 17,00-19,00, 4 conteggi agli incroci, ed interviste ai conducenti sull’origine-destinazione in 7 sezioni in solo ingresso in orario 7,00-9,00. Quindi conteggi troppo limitati come numero, troppo limitati come estensione oraria, non sufficientemente articolata. L’origine/destinazione prevedeva 8 aree in città, 3 aree di corona (che sono le aree del comune di savona esterne all’area centrale) ponente, valli e levante, ed altrettanti aree fuori Savona, ponente, valli, levante. Ad esempio da levante sarebbe molto importante aver discriminato tra Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle, Varazze, Stella. Poi c’è anche da fare un rilievo alla presentazione: troppe tabelle e troppo poca leggibilità dei dati. Se si riportano i numeri in accesso da via Matteotti (Aurelia da Albisola) su una mappa, si vede che dei 1786 ingressi 339 (19%) vanno a Villetta-Valloria (ospedale?), 1115 (62%) in centro 510, nucleo storico 163, darsena 308, Costa 24, Villapiana 110, mentre il restanti 332 veicoli, 19%, vanno genericamente oltreletimbro”.
“Basta guardare la mappa, che abbiamo realizzato utilizzando i dati, che balza agli occhi la destinazione della maggioranza dei veicoli da levante: infatti dei 1786 veicoli da levante, 339 vanno subito a Villetta/Valloria, mentre i restanti 1447 proseguono verso piazza Leon Pancaldo, per andare in maggioranza in centro 1005 e Villapiana 110, mentre solo 332 vanno oltreletimbro. Va da sè che l’Aurelia bis futura può essere di interesse “reale” solo per quel 19% che va oltreletimbro. E questa forse è un dato che dovrebbe far meditare chi ancora si ostina a pensare che l’Aurelia bis è la soluzione di tutti i problemi del traffico. Darà una mano, ma c’è bisogno anche di altre soluzioni viarie”.
“Insomma, dati scarsi e modello poco accurato. Che cosa vorremmo? Ebbene da una simulazione ben fatta e disponibile si può ottenere molto: avere in mano uno strumento attivo e di progetto: vedere ad esempio l’effetto dell’Aurelia bis, l’effetto del casello Albamare, l’effetto del ponte sul Letimbro a Villapiana, l’effetto dell’abbattimento del ponte di via San Lorenzo e della conseguente riattivazione di via Falletti quale strada interna di quartiere. Queste sono le cose serie che noi vorremmo per confrontarci su scenari basati su una simulazione che dice la verità, che dice sui reali effetti degli interventi. Per questo insistiamo tanto sui dati e sulla simulazione. Inoltre, si osserva la totale omissione di alcuni ‘progetti caldi’, quali il parcheggio di via Falletti che andrebbe ad ostruire l’unica via di accesso possibile da levante, e la proposta dell’ente porto di connessione del porto all’Aurelia bis oltre il Gabbiano. Questo progetto lo si può vedere sul sito del Comune: dal porto si passa sotto il Priamar ed ai giardini per emergere verso la piscina, e quindi accedere, tramite una rotatoria di ampie dimensioni posta sopra al fiume, a corso Viglienzoni e corso Ricci. Primo problema la divisione della città dai giardini, secondo problema la rotatoria sul fiume, terzo problema i sottopassi che sventrano corso Ricci. Ma il traffico, non vorremmo eliminarlo dalle città? Con questo progetto mi pare di no. Ma non converrebbe allora ripensare ad una copertura del fiume? Corso Ricci potrebbe diventare un bellissimo parco urbano, ed il traffico scorrere più lontano dalle case. Ma sarebbe comunque sempre traffico in città. Noi come comitato proponemmo il casello Albamare e la sua prosecuzione con un tunnel sottomarino dalle funivie al centro del porto per togliere tutto il traffico possibile dalla viabilità urbana. Ci sembra ancora meglio. Inoltre, avevamo proposto di cambiare il senso di marcia di via Paleocapa e di entrare in Savona attraverso via Berlingeri con un senso unico fino a piazza Mameli. Anche questa idea non è stata minimamente presa in considerazione, e quindi il tappo della Torretta lo avremo ancora per molto. Un’altra idea che suggerimmo era un ascensore a levante della galleria sull’Aurelia per l’ospedale: arrivava direttamente nell’ospedale, al pronto soccorso ed analisi. Nel PUMT è stato suggerito un’altra sistemazione dalla rotatoria futura di via Scotto al parcheggio dell’ospedale. Un tragitto più lungo e costoso, passa su una frana, e parte da una rotatoria, area difficile per i pedoni e per le fermate autobus, e termina in un’area aperta e scomoda”.
“Sostanzialmente il Pumt di Savona non è una buona base per il futuro e tanti problemi non sono stati correttamente affrontati. I savonesi che vivono e lavorano in città, viste le sue modeste dimensioni, in gran parte possono andare a piedi ed in bicicletta, facendo anche poco ricorso ai mezzi pubblici. Al contrario, i savonesi che vivono in cornice od anche nei comuni limitrofi e che studiano o lavorano a Genova hanno esigenze totalmente diverse: devono andare in stazione col proprio mezzo e lì parcheggiare. Non è un lusso, ma una esigenza creata dalla scarsa offerta del trasporto pubblico. Quanti posti auto si sono persi nei dintorni della stazioni? Perchè non hanno visto che molti treni fermi a Savona 15 minuti non fermano a Quiliano-Vado? Perchè di box a Savona ce ne sono pochi e costano 3 volte che a Torino? Ci piace la proposta di una nuova stazione ferroviaria a Legino, ma che dire di questa proposta fatta senza nessuna analisi di traffico che la giustifichi e distante 1750 metri dalla stazione di Savona, quando chi ha fatto questa proposta ha detto che il casello Albamare non si deve fare, perchè dista solo 2,5 km dal casello di Albisola, e non ha preso neppure in minima considerazione il piano di ammortamento che noi abbiamo fatto col trafffico indotto da Celle, da Albisola, da Savona-Vado, da Altare?”.