Cairo M. I due ispettori dello PSAL – Prevenzione Sicurezza degli Ambienti di Lavoro – della Asl 2 Savonese, tra cui anche Corrado Benini (soggetto a procedimento per concussione), sono stati ascoltati in qualità di test durante il processo per l’incidente mortale avvenuto il 24 gennaio del 2008 all’Italiana Coke di Bragno, nel quale morì Giancarlo Garabello, operaio di 45 anni. Sul banco degli imputati per omicidio colposo e altri reati legati a violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro Giancarlo Bruni, dirigente e responsabile della gestione sicurezza e della salute dello stabilimento cairese, difeso dall’avvocato Fausto Mazzitelli.
Nel corso dell’udienza presso il Tribunale di Savona è stato ascoltata anche la versione fornita dall’ispettore allora in servizio a Carcare, Corrado Cirio, che ha spiegato davanti al giudice la relazione dello PSAL sull’incidente mortale. Corrado Benini fu invece il primo ad intervenire sul luogo e svolgere le attività di ispezione.
La vittima dell’incidente sul lavoro, dipendente di una ditta appaltatrice, la Ati, in associazione temporanea d’impresa con la Simic Spa, stava lavorando alla manutenzione della “guida coke” quando un collega ha messo in moto il macchinario che lo ha schiacciato. Garabello è rimasto così schiacciato contro il montante, in uno spazio di soli 15 cm tra il macchinario e la parete (come è stato descritto in aula). Al vaglio il posizionamento del mezzo e se questo fosse già in movimento durante le operazioni di manutenzione svolte dall’operaio, ed in questo caso con apposito segnale luminoso posizionato sul ballatoio superiore del reparto.
Secondo l’accusa, all’interno dello stabilimento non sarebbero state rispettate tutte le norme di sicurezza, in particolare i dispositivi che avrebbero consentito di evitare l’azionamento dei carri guida con un operaio impegnato all’interno del tunnel per trasportare il carbone.