Liguria. La Cisl Liguria interviene sulla questione Tirreno Power in attesa della Conferenza dei Servizi in programma per il 16 dicembre prossimo a Roma a cui parteciperanno gli Enti Locali e la Regione per valutare con il Ministero delle Attività Produttive il progetto di ampliamento della centrale vadese.
“E’ giunto il momento che sulla questione Tirreno Power ciascuno acquisisca in modo serio il proprio ruolo, lasciando da parte ogni pregiudizio. Un Paese come il nostro non si può permettere più il lusso di avviare una campagna di delegittimazione nei confronti di tutte quelle aziende che responsabilmente vogliono investire sul nostro territorio, sapendo che le difficoltà in ambito burocratico sono molteplici e le forze ambientaliste collegate ai vari comitati non agevolano le cose” scrivono in un comunicato i Segretari Generali Regionali Femca, Flaei, Fim, Cisl Liguria Andrea Illustro, Enrico Denevi e Tiziano Roncone.
“Nell’ambito energetico il nostro paese, con questo clima di tensione, rischia sempre più di portare le aziende del settore a investire all’estero, dove gli iter burocratici e la coscienza dei cittadini è più consona nel valutare i progetti per quello che sono e per le prospettive che offrono. In Liguria avere un’azienda come Tirreno Power che vorrebbe investire 800 milioni di euro e sarebbe disponibile a ragionare sul territorio per garantire aiuto ad aziende in crisi e commesse ad altre come Ansaldo Energia sono elementi che devono essere presi in considerazione, senza scambiarli con l’aspetto ambientale” proseguono i Segretari Generali Regionali.
“Chiediamo alla politica regionale e locale di valutare il progetto nel rispetto delle prescrizioni sull’impatto ambientale ma, soddisfatte queste, di considerare le ricadute economico-occupazionali sul territorio, le garanzie future che questo progetto assicura al sito di Vado Ligure a cui si dovranno aggiungere circa 12 anni di lavoro anche per le Aziende locali e un impegno importante per quelle in crisi come Ferrania” concludono Andrea Illustro, Enrico Denevi e Tiziano Roncone.