Cronaca

Calderina killer, processo per omicidio colposo: si difende il figlio della vittima

Tribunale

Savona. Gli imputati nella morte di Livio Cerullo ucciso il 23 dicembre del 2003 dal monossido di carbonio fuoriuscito da una calderina installata nell’appartamento di via Nizza a Savona dove viveva assieme alla moglie, oggi presente in aula per la tappa del processo che vede coinvolti nel procedimento penale Rosanna Silambria, Roberto Perata, Fabio Cerullo (il figlio dell’uomo, secondo l’accusa dipendente della ditta per la manutenzione della calderina), Giovanni Cravero (titolare della ditta a cui i proprietari degli alloggi avevano dato mandato per la manutenzione) e Franca, Angelo e Piergiorgio Salati (i proprietari). Per tutti il capo di imputazione è concorso in omicidio colposo.

Le persone rinviate a giudizio hanno fornito nell’aula del Tribunale di Savona dichiarazioni spontanee. In particolare il figlio dell’uomo, ex dipendente della ditta Cravero, che oltre al dramma per la perdita del padre (la madre se la cavò per un pelo) deve ora subire un processo che lo vede accusato in concorso della responsabilità per la morte del padre. Fabio Cerullo ha dimostrato con documenti e buste paga alla mano che non era più dipendente della ditta Cravero in quanto licenziato prima del fatto, e che il numero di serie fornito dall’azienda per l’attività di manutenzione dell’alloggio risultava diverso da quello che invece certificava il suo lavoro.

Al vaglio del processo l’accertamento sulla reale responsabilità nella manutenzione della calderina, in uno stabile che aveva da poco cambiato la tipologia di impianto per il riscaldamento. Stando agli atti del dibattimento l’incidente sarebbe stato provocato da un tappo che si era formato nella canna fumaria in quanto la caldaia dell’abitazione non aveva i requisiti per la combustione a gas metano. Angelo Salati, proprietario dell’alloggio, ha invece cercato di discolparsi da ogni responsabilità affermando che la manutenzione era a carico dei condomini sulla base degli accordi presi con la ditta manutentrice, cosa invece smentita da altre dichiarazioni rese in aula che hanno riferito di come ogni lavoro sulla casa dove passare con il placet del proprietario. La prossima udienza del processo è stata fissata per il 20 dicembre, quando si confronteranno in aula le posizioni dei proprietari e della ditta Cravero: un rimpallo di responsabilità che quindi dovrà essere ancora accertato.