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Alassio, tutto pronto per la “prima” da pittore di Giorgio Faletti

Giorgio Faletti pittore

Alassio Cresce l’attesa nella città del Muretto per l’inaugurazione, in anteprima nazionale, di “Alias”, la prima mostra personale di Giorgio Faletti. L’inaugurazione si terrà sabato (27 novembre), alle ore 18, nell’ex Chiesa Anglicana. La mostra, promossa dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura e curata da Nicola Davide Angerame, presenta una selezione di circa 30 opere di medie e grandi dimensioni dell’artista astigiano.

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione “Ellequadro Documenti” di Genova, che nei suoi spazi di Palazzo Ducale a Genova ospiterà negli stessi giorni un’altra importante selezione di opere su carta e su tela, curata da Tiziana Leopizzi, e presentate in catalogo insieme alle opere alassine con un contributo critico di Martina Corgnati.

“Questa mostra presenta al grande pubblico il lavoro di Giorgio Faletti pittore e artista contemporaneo – sostiene Monica Zioni, Assessore alla Cultura e al Turismo di Alassio -. Faletti vanta una biografia che ha i toni di una storia fantasy: esattamente quella di un ingegno multiplo che lo porta al successo in ogni disciplina nella quale decida di impegnarsi. L’ultima è la pittura, che Alassio presenta in una prima assoluta grazie al lavoro assiduo svolto in questi anni per portare in città un’arte che trova molti e diversi punti di congiunzione con altre discipline. Da quando nel 2002 Paolo Conte svelò il suo lato d’artista e pittore, tanti altri nomi sono passati all’Anglicana e ad Alassio con progetti a cavallo tra arti visive e spettacolo: da Franco Battiato regista a Cesare Zavattini pittore, da Angelo Branduardi performer a Andrea De Carlo musicista ed Elisabetta Sgarbi videomaker. Il lato B di molti personaggi è stato sondato per scoprire che non si tratta di ‘secondi mestieri’ ma di vere aspirazioni e ispirazioni che trovano spazio, e a volte si alimentano proprio grazie all’arte o la professione per cui questi personaggi sono maggiormente noti”.

“L’arte italiana del Secondo dopoguerra – spiega il curatore e critico Nicola D. Angerame – è stata resa famosa dall’Arte Povera e dalla Transavanguardia, ma una storia dell’arte italiana non potrebbe essere definitiva senza l’apporto di illustri cantori della libertà creativa, di una ispirazione apparentemente lieve e giocosa, ma che nel corso dei decenni si è riversata nel loro lavoro fino a divenire una cifra stilistica. L’arte di Faletti sembra ammantata di questa interessante disposizione a trattare ispirazioni momentanee, anche legate all’attualità, maneggiando la materia pittorica e gli inserti giocosi, come le zebre giocattolo o gli aeroplanini. Il suo apparente giocare riflette un desiderio di manipolare la materia, intesa non solo in senso strettamente pittorico, per portare sul campo magnetico del quadro un mondo fatto di indizi, di giochi ideativi, che possono far pensare a certi meccanismi della scrittura poliziesca e gialla, ma che mantengono una loro visibilità pura, fatta di equilibri cromatici, composizioni ad incastro ed evocazione di racconti attraverso accostamenti di oggetti, figure rappresentate e titolo delle opere, come spiega bene la sua “Promise Land”. Personaggi del calibro di Alighiero Boetti, Piero Manzoni, Pino Pascali o Aldo Mondino, solo per citarne alcuni, sembrano essere i riferimenti possibili di un’arte, quella di Faletti, che presenta già da subito una sua maturità, un cammino attraverso le cose della pittura che lo portano a cominciare lì dove altri hanno interrotto il proprio cammino. Attraverso un’arte che non ha pretese, sa ammiccare e divertire, ma con il garbo del tono giusto e dell’equilibrio. Da cui si evince un occhio esperto nelle cose d’arte contemporanea e una gran voglia di sperimentare. L’arte di Faletti”.