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Trail Tre Comuni: oltre seicento atleti al via, Cavallo vince la 76 km

Giuliano Cavallo

Albisola Superiore. Settantasei chilometri di sentieri su e giù per l’entroterra, circa quattordici ore tra corsa e camminata. Eppure tutti, o quasi, sono arrivati con il sorriso. Comprensibilissimo quello di Giuliano Cavallo, da Quart, quando si è presentato in quello che è ormai diventato il viale degli Oleandri del santuario della Pace, e mezzogiorno era passato da meno di dieci minuti. Meno prevedibile, a ragion di logica, che altrettanto su di giri fossero coloro che sono arrivati quando già le tenebre avevano preso possesso di boschi e montagne. Eppure è successo così. E probabilmente è per questo che il Trail 3C (che sta per Tre Comuni) ogni anno che passa fa come il vino buono: invecchiando migliora.

E non è il possibile trionfalismo degli organizzatori a dirlo: loro caso mai (quelli che del Comitato che si identifica in uno strano animale, il Ritacin, un po’ riccio, un po’ tasso e un po’ cinghiale, in onore della fauna dei nostri boschi, e che ha nell’Alba Docilia di atletica la società di riferimento) cercano di guardare agli errori eventualmente commessi per farne tesoro. Sono i protagonisti ad affermarlo: perché ogni anno sono sempre di più e perché chi arriva fa a gara nel magnificare il percorso e la perfetta organizzazione. C’è di tutto nel mare magnum degli oltre seicento (record della manifestazione) che si sono cimentati con se stessi sugli impervi sentieri dell’entroterra albisolese, dal santuario della Pace, appena oltre Albisola Superiore, fino alla sommità del monte Beigua, dopo un dislivello di circa 1200 metri, fino alle altre cime disseminate sul percorso a dare un colpo ulteriore alla fatica, per arrivare all’ultima arrampicata quella che da Ellera porta al Bric Ellera, quando il traguardo sembra a un passo appena dietro la collina e invece è ancora terribilmente lontano.

Camminatori della domenica e bambini (alla prova però sulle distanze minori, la 5 e la 11 chilometri) fino ai top runners, poco meno che professionisti della fatica, che macinano decine e decine di chilometri in poche ore. Costoro, che di gare di questo tipo se ne intendono (la più nota, in Italia, è l’Ultratrail del Monte Bianco, che arriva, nella prova più lunga, a 160 chilometri) parlano di “prova molto tecnica” (tradotto, significa: decisamente difficile); gli altri si limitano a dire “che faticaccia”, ma tutti si dicono contentissimi, per aver messo se stessi alla prova e, i nuovi, per aver scoperto una Liguria “sconosciuta e meravigliosa”.

Giuliano Cavallo (nella foto), il supervincitore, che gareggia per la Courmayeur Trailers, è arrivato, come detto, alle 12,07; era partito come tutti i compagni d’avventura, nella notte, alle 4, affrontando con il frontalino acceso l’oscurità del bosco rischiarata dai puntini luminosi messi dagli organizzatori a segnalare il percorso. Una “guida” quanto mai necessaria e riassestata nelle ore immediatamente precedenti la partenza dopo che “quattro imbecilli” (l’epiteto si può cambiare, la sostanza non cambia) si era divertiti a cambiare i segnalini sul percorso rischiando di far disperdere i partecipanti al trail.

Prima di Cavallo erano arrivati i corridori sulle distanze minori, a partire da Marco Carofiglio, dell’Alba Docilia, vincitore della 5 km. Poi era toccato alla prova sugli 11 km (a livello femminile successo per la varazzina Susanna Scaramucci) e a quella sui 21, intitolata a Sandro Pertini e vinta da un atleta di Stella, Corrado Ramorino, figlio del vice sindaco, con buoni piazzamenti per i savonesi Emiliano Dagnino (sesto), Giuseppe Rasetto (sedicesimo, di Calizzano) e Fulvio Carbone (diciannovesimo).

A livello femminile ha battuto tutti Luana Righetti di Massa. Poi hanno cominciato ad arrivare i superprotagonisti. Stefano Fedel ci ha messo appena 4 ore e 12 minuti a percorrere i 45 chilometri del Trofeo Nostra Signora della Pace (quest’anno valida anche come gara nazionale del Centro Sportivo Italiano); dietro di lui altri due grandi della specialità, Fulvio Dapit e Gil Pantarelli; appena poco più indietro, applauditissima, la vincitrice della 45 in rosa, Stephanie Jimenez, spagnola, che ha impegato 4 ore e 47 minuti per portare a termine la sua performance.

Da lì in avanti, mancava poco a mezzogiorno, un arrivo dopo l’altro fino a sera inoltrata (l’ultimo della 76 ha tagliato il traguardo poco oltre le 19,30). Con i grandi applausi per l’arrivo di Cavallo e, alle sue spalle Daniele Fornoni. Terzo è arrivato Silvano Beatrici, quinto Pablo Barnes, argentino, tesserato per l’Atletica Varazze e nono Emanuele Zambarino della Triathlon Toirano. Prima delle donne Patrizia Pensa, della Polisportiva Benatese, ventiseiesima assoluta in 11 ore e 22 minuti.

Dopo la gara il commento più bello è stato quello del vincitore, Giuliano Cavallo: “Il mio rammarico è che non sia arrivato in fondo per un infortunio muscolare il francese Julien Chorier; avrebbe vinto lui, ma sarei stato contento di potermi cimentare fino in fondo con un atleta così”. E il francese ringrazia: a caldo il suo avversario per la sportività e il giorno dopo gli organizzatori. Questa è la gente del trail. Che da ieri, sul blog, incessantemente si complimentano per la “fantastica esperienza”.