Albenga. Duecentocinquanta persone che rinunciano al loro volto in nome di una bandiera: quella “artigianale” che, su sfondo verde bianco e rosso, riporta la scritta “Tomaso Libero”. Profili di Facebook nei quali, una volta tanto, si rinuncia alle proprie manie di protagonismo in nome di una causa più alta.
Si tratta dell’ennesima iniziativa degli amici e sostenitori di Tomaso Bruno – il giovane albenganese rinchiuso da otto mesi in un carcere indiano con la pesante accusa di omicidio – i quali, sul più famoso tra i social network, hanno deciso di sostituire alla propria fotografia un messaggio che hanno già “gridato” in tutti i modi: dal web, sui giornali e attraverso un concerto che è servito ad attirare l’attenzione su una vicenda che sembra non avere fine.
“E’ uno dei tanti modi per essere vicini al nostro amico – dice Carlo Geddo, uno dei fondatori dell’associazione pro-Tomaso ed Elisabetta “Alziamo la voce” -. Il concerto del prossimo 22 ottobre sarà un’ulteriore tappa nel percorso che ci vede impegnati ad accendere i riflettori su quella che riteniamo essere una storia di ‘malagiustizia’. Mentre il primo concerto, organizzato questa estate in piazza San Michele, era una sorta di sfogo, quello di venerdì vuole diventare un invito, più pacato ma deciso, nei confronti dei politici affinchè intervengano in aiuto dei due ragazzi rinchiusi nel carcere di Varanasi. Intanto, circa 200 di noi hanno mandato delle segnalazioni alla trasmissione ‘Le Iene’ perchè si occupi di questo caso. Per ora non abbiamo avuto risposte confortanti, comunque continuiamo a sperare”.
Intanto domani, dopo numerosi e snervanti rinvii, dovrebbe tenersi un’altra udienza nel processo che vede imputati Tomaso ed Elisabetta per la morte del loro compagno di viaggio Francesco Montis nel corso di una vacanza nella quale i tre condividevano la stanza in cui il ragazzo di origine sarda è stato trovato agonizzante.