Economia

La burocrazia “affossa” le piccole medie imprese liguri: i dati di Confartigianato

Luca Costi - Confartigianato Liguria

Liguria. Altro che semplificazione, in Liguria fare impresa è proprio…un’impresa. Nemico numero uno è la burocrazia. Secondo la classifica stilata dall’ufficio studi di Confartigianato, le province liguri sono, tre su quattro, nella colonna di destra, quella in cui la macchina della burocrazia è più lenta. La più virtuosa – se così si può dire – è Imperia al 49° posto, seguita da Savona (51°) e Genova (62°). La Spezia si piazza al 92° posto su 103 province, seguita solo da città del Sud e da Roma (al penultimo posto).

Le province dove è più facile fare impresa in Italia sono quelle del Centro Nord, in primis Ravenna, Reggio Emilia e Prato che occupano il podio. Il costo complessivo della burocrazia a carico delle imprese italiane, secondo Confartigianato, varia a seconda del settore di attività. Le più tartassate sono le Pmi del manifatturiero, costruzioni e servizi che bruciano circa 16.629 milioni di euro all’anno con un costo medio per azienda di 12.334 euro. Il 76,3% è a carico delle microimprese con meno di dieci dipendenti. L’Italia, secondo le stime di Confartigianato, è al penultimo posto – un gradino sopra alla Grecia – tra le 30 economie avanzate, per la facilità di fare impresa e al 78° posto nella classifica mondiale.

“In Liguria – dice Luca Costi, segretario generale di Confartigianato Liguria – un buon passo avanti in fatto di sburocratizzazione è stato realizzato con l’apertura, qualche mese fa, dell’Ufficio della semplificazione della Regione. La strada da percorrere comunque rimane ancora lunga. A breve incontreremo i dirigenti dell’Ufficio della semplificazione a cui illustreremo le nostre propost”. Una prima importante “picconata” al muro della burocrazia è stata data dall’introduzione ad aprile della Comunicazione unica, che raccoglie quattro operazioni in una (iscrizione al Registro delle imprese, all’Agenzia delle entrare, all’Inps e all’Inail).

In media, dall’entrata in vigore di ComUnica, ci vogliono 12 giorni per aprire un’impresa, 6 in meno rispetto a prima. Restano tuttavia ancora troppe le operazioni che un’impresa che sbrigare nello start up: rimangono fuori dall’ambito di ComUnica 14 delle 16 procedure necessarie all’avvio di un’attività, di cui 13 a carattere oneroso, in cartaceo, e solo una online. Per 5 procedure su 16 è necessaria l’autorizzazione da parte della Pa competente. Qualche esempio: per aprire una gelateria artigianale sono necessari 14 procedimenti (di cui 12 in cartaceo), per un negozio di acconciature 23 (19 in cartaceo) e per un’impresa edile per recupero di inerti (cioè il materiale di risulta dei cantieri) 11 (9 in cartaceo).