“Vedere le foto di don Luciano così magro mi addolora. Il suo sorriso mi fa volare alto”: sono tutti racchiusi nelle parole di Francesca – che, come moltissimi altri parrocchiani di “don Lu”, ha sostenuto il sacerdote in questi nove mesi di prigionia – i sentimenti che invadono il cuore dei 1.127 membri del gruppo di innocentisti nato su Facebook, davanti alla tanto attesa notizia della concessione dei domiciliari al parroco alassino accusato di pedofilia.
Felicità che si mischia a sdegno e rabbia di fronte a quello che considerano un periodo di immeritata detenzione. La loro fiducia in don Luciano non è mai crollata, nemmeno per un attimo, e nemmeno davanti ad un’accusa tanto infamante. Quello di oggi è un bel passo in avanti, certo, ma per chi crede nella innocenza del parroco alassino è ancora troppo poco. “Per coerenza e convinzione non riesco ad esultare – scrive Carla -. Ci sarà il giorno in cui lo farò e sarà un esultare ‘gridato’ dalla cima del monte ove isseremo la bandiera della Verità. Ovviamente ringrazio Dio per aver donato al nostro pastore la possibiltà di un’esistenza più consona alla sua persona, all’abito che porta e, diciamolo, alla storia stessa di cui, suo malgrado , e senza provata colpa, è soggetto”.
Le fa da eco Dolores: ” Dai, un primo grande passo, tornare a casa. Poi tutto il resto arriverà da sè”, mentre Stella si chiede: “Chi restituirà quasi un anno di ingiusta reclusione? E la tua dignità di uomo e di rappresentante della chiesa? Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Benvenuto tra noi don Luciano”.