Savona. “Sono sconcertato dalla semplicità con cui Arci e Acli risolvono il problema dei gruppi a carbone semplicemente parlando dei rendimenti di produzione tra i gruppi alimentati a carbone e quelli alimentati a metano non tenendo conto della differenza che si avrebbe nel numero dei lavoratori impiegati con gruppi a ciclo combinato a gas, che risulterebbe di 100 lavoratori di Tirreno Power (tutta la filiera del carbonile, il minor numero di turnisti addetti alla conduzione di un gruppo a gas, la quasi sparizione della manutenzione e una parte di impiegati rispetto alla filiera del carbone” della segreteria Filctem/Cgil.
“Sono più di 150 i lavoratori delle ditte manutentive elettriche, meccaniche, carpentieristiche e di pulizia che operano in centrale tutto l’anno. A questi bisogna aggiungere quelli di Tri che non avendo carbone da scaricare saranno senza lavoro”.
“Non bisogna esimere dal chiedere all’azienda – prosegue Berruti – di impegnarsi a migliorare con le più spinte tecnologie di abbattimento degli inquinanti e rendere efficienti, i rendimenti degli impianti a carbone tenendo conto che solo perseguendo questa strada si può far combaciare le giuste esigenze di miglioramento ambientale con il mantenimento dei livelli occupazionali diretti e indiretti” conclude la Filctem/Cgil.
