Albenga. “Era il 28 settembre del 2007 (quindi tre anni fa) quando la Procura della Repubblica di Savona poneva i sigilli al cantiere dell’Impresa Giallombardo in via Carloforte ad Albenga, per gravi difformità rispetto al progetto approvato per la costruzione di tre edifici. Da allora il cantiere versa in un evidente stato di abbandono con le case che si stanno progressivamente rovinando all’esterno ma soprattutto all’interno”. Con queste parole le persone che in quelle case sarebbero dovuti andare ad abitare vogliono riportare all’attenzione degli albenganesi, ma non solo, un problema che, passati così tanti mesi, esiste ancora.
“In questi tre anni l’impresa è stata impegnata su più fronti: a maggio 2009 il procedimento di fronte al TAR Liguria si è concluso con l’accoglimento in parte delle ragioni dell’impresa ed in parte delle ragioni del Comune. Al momento si è in attesa della discussione del ricorso di fronte al Consiglio di Stato. A giugno 2009 il processo penale di primo grado si è concluso con la condanna per lottizzazione abusiva dei rappresentanti dell’impresa e la relativa confisca dei caseggiati. Al momento si è in attesa del processo di appello” spiegano ancora gli abitanti “virtuali” di via Carloforte.
“E gli acquirenti? Vi è stata a fine 2008 la costituzione del comitato ‘Cotraiga’ che ha sensibilizzato sulla vicenda l’opinione pubblica e gli amministratori di Albenga ed ha stimolato, purtroppo senza successo, la ricerca di una soluzione condivisa tra amministrazione e impresa. Nel frattempo, in considerazione del fatto che la soluzione giudiziale si allontanava nel tempo, alcuni hanno chiesto la restituzione delle somme versate all’impresa per l’acquisto degli appartamenti. A fronte del rifiuto da parte dell’impresa, in parte hanno trovato sistemazione in altri alloggi proposti dalla stessa impresa; altri hanno raggiunto accordi extragiudiziali; altri ancora hanno intentato procedimenti per la risoluzione del contratto preliminare di acquisto e relativa restituzione delle somme versate; altri ancora, già in una fase più avanzata del procedimento, hanno ottenuto l’ipoteca e il pignoramento di beni immobili e terreni della società con i quali soddisfare le richieste di restituzione delle somme versate”.
“I più hanno ritenuto opportuno attendere la soluzione della vicenda, senza intraprendere particolari azioni. In ogni caso tutti sono in apprensione, dopo tre anni dal sequestro e all’incirca a 6-7 anni dall’inizio dei lavori, per la conclusione positiva della propria scelta. Di questa situazione restano penalizzate le famiglie che investendo in quelle case intravedevano la giusta ricompensa dopo una vita di sacrifici, la dimora dove stabilire una nuova famiglia o ancora il luogo dove passare in serenità il tempo libero. Sentimenti questi che hanno animato gli sfortunati acquirenti quando ahimè hanno scelto di acquistare una casa in via Carloforte dall’impresa Giallombardo” concludono gli acquirenti delle case di via Carloforte.