Savona. Tre anni e sei mesi di reclusione. E’ questa la condanna inflitta, questa mattina, in Tribunale a Savona ad una nomade, R.P., di 28 anni e originaria di Belgrado (attualmente irreperibile), per l’accusa di furto in abitazione aggravato. L’episodio contestato alla donna risale all’ottobre 2001 quando, a Savona, dopo averne forzato la porta, entrò in un appartamento da dove rubò alcuni preziosi.
La proprietaria della casa fece denuncia e grazie ai rilievi della polizia scientifica, tramite le impronte digitali lasciate all’interno dell’appartamento e nel portone del palazzo, la ladra è stata identificata. La donna, che negli anni ha utilizzato anche numerosi “alias”, aveva infatti più di un’ottantina di precedenti specifici ed era quindi ben nota alle forze dell’ordine. La sua fedina penale addirittura supera le 50 pagine.
E’ stato grazie alla caparbietà di un poliziotto della Scientifica di Genova che l’indagine sulla zingara, che era già stata archiviata, è stata riaperta. L’agente ha infatti iniziato un lavoro di confronto delle impronte trovate nell’appartamento savonese con quelle contenute nell’archivio Afis (Sistema Automatizzato di Identificazione delle Impronte) riuscendo così ad individuare l’identità dell’autrice del furto avvenuto a Savona. A quel punto l’indagine è stata riaperta e la nomade rinviata a giudizio.