Sono stati ascoltati come test sei carabinieri del Nas alla prima udienza dibattimentale del processo a 21 imputati tra medici, infermieri professionali e farmacisti coinvolti nell’inchiesta su una serie di cure dimagranti a base di stupefacenti anoressizzanti.
Il processo si svolge davanti al giudice monocratico Giuseppe Dagnino. Tra gli imputati figurano il medico Francesco Tata e due sue collaboratrici, Manuela B. e Maria Rita Caminiti.
Devono tutti rispondere dell’accusa di violazione della legge sugli stupefacenti: in pratica di aver commercializzato sostanze stupefacenti.
Secondo l’accusa sostenuta dal pm Giovanni Arena, il medico avrebbe alterato i certificati e i piani terapeuti in modo da consentire ai pazienti l’uso di farmaci anoressizzanti.
L’inchiesta prese l’avvio da un esposto presentato il 26 agosto del 2006 ai carabinieri del Nas da parte di una paziente del medico Francesco Tata che lamentava di essere finita al pronto soccorso dell’ospedale di Savona dopo alcuni giorni della cura dimagrante prescrittale dal sanitario. Durante le indagini furono eseguite 370 perquisizioni domiciliari e ascoltate alcune centinaia di pazienti. Nella prima udienza del processo, il primo marzo scorso, le difese chiesero l’audizione di circa 1500 testimoni e una perizia su quasi 500 telefonate intercettate dai carabinieri del Nas. Il processo è stato rinviato al 25 ottobre.