Vado Ligure. “Le dichiarazioni rilasciate dalle Segreterie genovesi di Fim, Fiom e Uilm non fanno altro che alimentare il clima di scontro tra le diverse parti coinvolte, il vero problema è che Tirreno Power in questi ultimi mesi non ha fatto il minimo sforzo per rivedere la sua posizione alla luce del chiaro e determinato no al progetto di ampliamento da parte delle Istituzioni locali e della Regione Liguria”. Interviene così la capogruppo consiliare del Pd di Vado Ligure, Monica Giuliano, sulle ultime polemiche intorno all’ampliamento della centrale vadese.
“E’ chiaro a tutti che c’è bisogno di aprire un tavolo serio ma devono cambiare i termini del confronto, si deve tornare e discutere di progetti di ristrutturazione e riqualificazione dell’esistente, l’obiettivo primario non può essere quello dell’aumento della produttività e la conseguente realizzazione dei nuovi gruppi ma la riduzione delle emissioni attuali e la definizione di un nuovo sistema di monitoraggio ambientale innovativo e coordinato dalle parti pubbliche” aggiunge la Giuliano.
“Se non cambia radicalmente l’obiettivo non credo ci siano le condizioni per poter avviare un tavolo serio e produttivo. Inoltre ritengo che le Istituzioni locali coinvolte non possano essere accusate di immobilismo sui grandi temi che riguardano l’economia della nostra Provincia e proprio perché con grande senso di responsabilità sono state condotte importanti battaglie per la riconversione e il riutilizzo di molte aree industriali dismesse oggi restiamo un punto di riferimento per molti giovani in cerca di occupazione” precisa la capogruppo in Comune del Pd.
“La questione occupazionale non può essere affrontata a spot, se vogliamo rilanciare un percorso fatto di nuova e qualificata occupazione dobbiamo farlo non con il paraocchi e digerendo tutto quello che ci viene proposto ma analizzando in un quadro unitario i possibili scenari di sviluppo, abbiamo in cantiere molti progetti che daranno sicuramente nuove occasioni di occupazione, progetti che condividiamo e che riassumono in se un buon bilanciamento tra sviluppo produttivo e riqualificazione ambientale del territorio, questo progetto non ha in se tali caratteristiche anzi rischia soltanto di aggravare il peso ambientale dell’impianto sui territori di Vado e Quiliano e pertanto non può essere oggetto di discussione” osserva Monica Giuliano.
“E’ troppo semplice da parte dei sindacalisti genovesi scaricare la responsabilità sui Comuni, considerata la contrarietà a quel progetto, sarebbe più opportuno che si sforzassero di individuare percorsi alternativi che sicuramente esistono in grado di far sopravvivere l’impianto, migliorarne le condizioni ambientali, renderlo moderno e nello stesso tempo inquadrare un percorso di crescita occupazionale con l’azienda, questo credo sia il loro lavoro e se ancora non conoscono le specificità di Vado e Quiliano li invito a farsi un giro tra i nostri siti produttivi per valutare quanto è stato fatto e quanto ancora bisogna fare per far si che il concetto di sviluppo sostenibile resti sempre e comunque il nostro obiettivo primario” conclude l’esponente del Partito Democratico.