Cronaca

Processo Tomaso: giudice in ferie, udienza rimandata

Tomaso Bruno - in carcere in India

India. Un destino beffardo – a voler usare un eufemismo – perseguita Tomaso ed Elisabetta che, tra rinvii, scioperi e disorganizzazione “varia”, ormai da quattro mesi aspettano pazientemente che la giustizia indiana si occupi di loro.

L’ultima “porta in faccia” arriva però proprio a poche ore dall’udienza prevista per domani: non si terrà, perchè il giudice è in ferie. A dare l’annuncio è mamma Marina che, via Facebook, scrive “di non avere parole” e cerca comunque di incoraggiare quel figlio detenuto in un Paese lontano che sente ormai ostile. Non è certo la prima volta che capita, ma è qualcosa che è sempre più difficile da accettare per la famiglia e, ovviamente, per i due ragazzi sui quali incombe un’accusa pesantissima come quella di omicidio.

“Sono infuriato – dice Euro Bruno, esasperato e preoccupato per il figlio -. Ora farò appello al presidente della Repubblica, che posso dire? Questi ragazzi sono cittadini italiani, innocenti fino a prova contraria: avranno pur diritto di essere difesi o no? Scriverò quanto prima ai due onorevoli che si sono interessati fin da subito al caso di Tomaso ed Elisabetta, l’on.Eugenio Minasso e la senatrice Pinotti, affinchè intercedano presso il Ministero degli Affari Esteri e sollecitino un intervento del Ministro Frattini”.

“Sembra una presa in giro – continua Bruno -. La scorsa udienza è stata rimandata perchè dall’8 al 15 giugno c’era lo sciopero dei pubblici ministeri, dunque il giudice ha spostato l’udienza al 18: ma, voglio dire, non sapeva che sarebbe andato in ferie? Immagino i due ragazzi che, tutti speranzosi, oggi saranno stati portati davanti alla Corte per sentirsi dire che l’udienza non si sarebbe tenuta. Sono contraccolpi durissimi per il loro morale! Mi chiedo come abbiano resistito fino ad ora. Domani, credo, i nostri avvocati ci diranno a quando è stata rimandata l’udienza. E, voglio sottolineare, non è che questi avvocati lavorino gratis”.

Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni sono rinchiusi dal febbraio scorso nel carcere di Varanasi per la morte del loro compagno di viaggio Francesco Montis, trovato agonizzante nella camera di albergo che i tre condividevano. Mentre l’accusa parla di omicidio passionale – “senza uno straccio di prova”, sottolineano gli amici di Facebook – la difesa parla di morte naturale.