Cronaca

Pietra, multa contestata: l’assessore Palazzo a processo. La difesa: “Accuse infondate”

aula tribunale

Savona. Tentata concussione e furto aggravato. Sono queste le accuse delle quali dovrà rispondere in un’aula di giustizia l’assessore comunale di Pietra Ligure Mariangela Palazzo, 54 anni, che questa mattina è stata rinviata a giudizio dal gup del Tribunale di Savona Barbara Romano. La prima udienza del processo è stata fissata per il 23 maggio 2011. Gli episodi contestati alla Palazzo risalgono al gennaio e marzo dello scorso anno.

Secondo il quadro accusatorio l’assessore, dopo essere stata sanzionata per una violazione del codice della strada, proprio nella sua veste di assessore, avrebbe chiesto al sindaco di convocare con urgenza il comandante della polizia municipale in Comune per contestare la multa e far prendere provvedimenti disciplinari sull’agente che aveva rilevato l’infrazione. Le richieste dell’assessore tuttavia restarono disattese.

Secondo l’accusa i tentativi di “cancellare” la sanzione da parte della Palazzo non sarebbero finiti qui: a marzo infatti l’assessore sarebbe entrata nell’ufficio del suo collega con delega alla polizia municipale prelevando dalla sua scrivania il fascicolo che la riguardava (da qui l’accusa di furto aggravato).

Un quadro accusatorio che non regge secondo la difesa dell’assessore comunale, rappresentata dagli avvocati Maria Teresa Bergamaschi e Roberto Zibetti, che affermano: “Il rinvio a giudizio della ragioniera Palazzo, francamente, non trova fondamento né giustificazione alcuna. Sono stati infatti radicalmente trascurati copiosi ed inequivoci elementi documentali che rendono evidente la più assoluta estraneità della  Palazzo dai paradossali addebiti che le si vorrebbero muovere e come la stessa, nella vicenda oggetto di giudizio, si sia semplicemente limitata a dare pieno adempimento al proprio mandato, rendendosi portatrice delle innumerevoli lamentele ricevute dalla cittadinanza in anni di assessorato”.

“Vedremo come l’accusa riuscirà a sopperire all’inconsistenza dei propri assunti in sede dibattimentale. Allo stato non resta che sollecitare gli interventi della magistratura sulle altrui violazioni che la  Palazzo già ha evidenziato nella vicenda in esame” concludono i due avvocati.