Vado Ligure. Legambiente regionale ligure, assieme ai Circoli del savonese (Viaggiatore Leggero di Savona, Arene Candide di Finale Ligure e Cairo Montenotte) esprimono la loro posizione contraria all’ampliamento a Carbone della Centrate Termoelettrica di Vado Ligure, esercita da Tirreno Power.
“Nei giorni scorsi – si legge in una nota – alcune voci ‘politiche’, primo fra tutti il Consigliere Regionale Miceli subito seguito a ruota dal Presidente della Provincia di Savona, Vaccarezza – e sembra anche con l’interessamento favorevole dello stesso Presidente della Regione Burlando – hanno posto la necessità di un tavolo complessivo che riguardi tutto il territorio savonese e gli impatti ambientali connessi, quindi non solo Vado Ligure ma anche la Val Bormida e Ferrania. L’idea può anche essere buona, è sbagliato il presupposto di base, e cioè sedersi ad un tavolo avendo accettato una proposta alla quale il territorio non può certo aderire, e cioè l’aumento di produzione tramite una fonte inquinante come il carbone”.
“Bisogna invece battersi (e quindi con tale volontà eventualmente sedersi ad un tavolo) per riconvertire il modello energetico da fonti fossili alle rinnovabili, e come hanno giustamente chiesto i sindaci di Vado Ligure e Quiliano, ottenere una vera rete di monitoraggio degli inquinanti che attualmente produce la centrale di Tirreno Power. Legambiente chiede che in tutte le centrali liguri sia superato il carbone e che, nella sola fase di transizione, si usi il metano come combustibile per arrivare ad un modello energetico basato davvero sulle rinnovabili. La Liguria, se vuole, può passare da essere la Regione con la più alta produzione di energia da fonti fossili in rapporto al territorio e alla popolazione (non dobbiamo mai dimenticarci che il 70% della energia prodotta in Liguria va fuori regione) ad una regione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica”.
“Ci auguriamo quindi – si legge infine – che nessuno cambi posizione sull’ampliamento di Tirreno Power e che, soprattutto, la Regione resti fedele ai suoi atti: ricorso alla Corte Costituzionale sulla legge Scajola per energia e nucleare (che espropria le Regioni delle loro prerogative) e impugnativa davanti al TAR del decreto di VIA del Ministero dell’Ambiente che approva il progetto di Tirreno Power”.