Savona. Si è chiusa con un patteggiamento, questa mattina, in Tribunale a Savona, davanti al giudice Marco Canepa, la vicenda giudiziaria che vedeva imputati, per maltrattamenti nei confronti della figlia, una coppia di rumeni abitante a Giusvalla.
Il quadro accusatorio nei confronti dei due, il patrigno e la mamma della bambina, era piuttosto grave: la piccola sarebbe infatti stata costretta a subire dall’uomo delle punizioni piuttosto severe come restare per ore in ginocchio, essere picchiata con dei rametti ed essere costretta, anche di notte e d’inverno, ad andare a tagliare e a raccogliere la legna nel bosco. La mamma, secondo quando contestato dal sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro, non avrebbe mai fatto nulla per impedire quelle punizioni, anzi avrebbe invitato la figlia a mantenere il silenzio.
I legali della coppia rumena, stamane, sono riusciti a far modificare dal giudice il capo d’imputazione che da maltrattamenti è mutato in “abuso di mezzi di correzione” (un reato meno grave) e in seguito hanno trovato l’accordo per il patteggiamento dei loro assistiti che sono stati condannati a tre mesi di reclusione (con la condizionale e pena sospesa).
I genitori della piccola avevano sempre negato di averla maltrattata ma non erano riusciti a convincere il giudice della verità di questa tesi ed erano stati così rinviati a giudizio. La bambina, che all’epoca dei fatti aveva soltanto sei anni, nel marzo del 2008, si era decisa a confidarsi con con i professori e all’uscita da scuola aveva chiamato i carabinieri per raccontare la sua verità.
Da quel momento erano scattate le indagini sulle punizioni e le umiliazioni che la coppia di rumeni avrebbe inflitto alla bimba, maltrattamenti che però sarebbero stati invece risparmiati alla sorellastra della piccola, di qualche anno di meno, che però è figlia della mamma e del patrigno. Gli inquirenti, per due anni, avevano anche affidato la bambina ai servizi sociali ma, già prima della sentenza odierna, era tornata dalla sua famiglia.