Savona. Iniziano a delinearsi, in maniera via via sempre più nitida, i contorni del quadro della chiusura dell’indagine sul caso delle firme false. La Procura sta infatti procedendo in questi giorni ad inviare ai legali delle persone coinvolte, undici in tutto, la notifica di fine indagine. Molti dei difensori non hanno ancora ricevuto la comunicazione dalla Procura savonese che probabilmente arriverà nella prossima settimana.
Le uniche certezze, al momento, secondo quanto trapelato, sembrano essere i nomi degli indagati le cui posizioni sono state stralciate e per i quali dovrebbe esserci la richiesta di archiviazione: i tre esponenti socialisti Tullio Ghiglione, Pietro Li Calzi, Marco Pozzo; l’esponente del Nuovo Psi, Ubaldo Pastorino, che alle provinciali sosteneva Angelo Vaccarezza; Clara La Mantia, Alessandra Barberis.
Procedendo per esclusione i destinatari degli avvisi dovrebbero essere gli altri undici indagati (accusati, in concorso tra loro, di falso, violazione della legge elettorale, favoreggiamento e false informazioni al pubblico ministero) nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Francantonio Granero e dal sostituto Chiara Maria Paolucci: il presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza, la sua collaboratrice Fiammetta Cogliolo, Teresiano De Franceschi e Mauro De Michelis, il coordinatore elettorale Angelo Barbero, il capogruppo in Consiglio comunale ad Albenga Bruno Robello De Filippis, il consigliere provinciale Gianfranco Sasso, il vice sindaco di Albenga Roberto Schneck, il militante Marco Paniccia, il coordinatore giovanile Pdl Guido Luganie la consulente finanziaria Cosetta La Mantia.
In particolare al numero uno di Palazzo Nervi verrebbe contestata l’accusa di concorso nella “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” (articolo 479 cp che in caso di condanna è punibile con la reclusione da 1 a 6 anni). Insomma il quadro accusatorio potrebbe aver ipotizzato che Vaccarezza, pur sapendo che le firme erano state “falsificate”, le avrebbe utilizzate comunque.