Finale Ligure. Sono due anni che quel “cantiere-lumaca” rende perplessi gli abitanti di via Becchignolo, a Finalborgo. Chiusure di strade non necessarie, – almeno a sentire i residenti della zona – lavori lentissimi, disagi continui e quelle crepe che da qualche settimana impensierivano i più. E’ una “frana annunciata” quella che ieri si è abbattuta sul quartiere di Finalborgo, interessando in particolare una palazzina che è stata fatta evacuare (quattro le famiglie interessate, anche se una sola risiede qui in modo permanente): ne sono convinti alcuni abitanti che raccontano di due anni da dimenticare, alle prese con un cantiere che ha dato loro molti problemi.
“Il nostro ‘calvario’ è iniziato nel maggio del 2008 quando la via che conduce alle nostre abitazioni è stata chiusa, peraltro un mese prima rispetto all’ottenimento dell’autorizzazione necessaria – racconta uno dei residenti -. E così ci siamo dovuti arrangiare come potevamo, percorrendo a piedi una strada alternativa e più lunga, magari con le borse della spesa o con passeggini e bimbi al seguito. Poi, i lavori tanto attesi sono rimasti ‘al palo’, senza un’apparente motivazione. Abbiamo dunque raccolto una trentina di firme e scritto al sindaco e all’amministrazione comunale per segnalare una situazione di disagio destinata a protrarsi, chiedendo la riapertura della strada. Risultato: la riapertura c’è stata, ma solo dal venerdì al lunedì, senza alcun vantaggio per chi ogni giorno si reca al lavoro e a svolgere le proprie attività quotidiane. Una presa in giro, insomma, che non ha risolto nulla. Il cantiere-lumaca se ne stava lì, immobile, privo degli interventi necessari, e col risultato che, tra infiltrazioni d’acqua e il progressivo ‘scivolamento’ del terreno, si è verificato ciò che temevamo: la frana che ha portato alcuni di noi ad abbandonare la propria casa chissà per quanto tempo”.
“Da tempo vedevamo qua e là crepe inquietanti – continua il residente del civico 10 di via Becchignolo -. Una settimana fa, la mia vicina di casa ne ha individuata una nei pressi della sua abitazione e ha anche provveduto ad avvisare chi di competenza, ma nessuno si è mosso. Un mese e mezzo fa circa, poi, quando nel cantiere sono iniziati i lavori di palificazione, abbiamo anche sentito vibrare la casa, oltre a individuare un buco sulla strada grosso come un pallone da calcio. Ovviamente, per evitare che i bimbi ci cadessero dentro, abbiamo provveduto a metterlo in sicurezza da soli. Se avessimo aspettato il Comune o gli “addetti ai lavori” saremmo ancora al punto di partenza”.