Cronaca

Tomaso Bruno, il padre di ritorno dall’India: “Pochi giorni per uscire dall’incubo”

Tomaso Bruno - in carcere in India

E’ tornato questa mattina dall’India Luigi Euro Bruno. Lo slittamento dell’udienza del 19 aprile, che avrebbe dovuto discutere l’istanza presentata dalla difesa per la libertà su cauzione del figlio Tomaso accusato di omicidio, è stato l’ennesimo “colpo al cuore” che, però, non ha scalfito nemmeno di un millimetro la convinzione che tutto si risolverà per il meglio. “Mio figlio non ha fatto niente – continua a ripetere – per cui non possiamo che essere fiduciosi”.

Il papà di Tomaso è partito per l’India il 15 aprile scorso e ha avuto modo di fare visita al figlio rinchiuso nel carcere di Varanasi. Quel figlio che ora è accusato di aver ucciso, insieme ad Elisabetta Boncompagni, l’amico Francesco Montis in un viaggio che avrebbe dovuto essere una festa per i tre ragazzi e che, il 4 febbraio scorso, si è trasformato in un incubo. Tomaso ed Elisabetta, che condividevano la stanza con Francesco, raccontano infatti di aver trovato l’amico agonizzante e di averlo soccorso come potevano. Il ragazzo morirà poche ore dopo in ospedale e i due saranno così accusati di omicidio. Segni di strangolamento: così gli inquirenti indiani avrebbero motivato l’arresto. Ora però per l’accusa stanno scadendo i tre mesi di tempo a disposizione per formalizzare le accuse (il termine ultimo è il 7 maggio) e il 3 maggio la difesa, affidata ad uno degli studi legali più rinomati di Nuova Delhi, chiederà di discutere la libertà su cauzione.

“Purtroppo il 19 aprile il giudice non si è presentato all’udienza per cui è stato tutto rimandato – racconta Luigi Euro Bruno -. Speriamo che vada meglio il 3. Per ora l’accusa non ha depositato alcun atto formale per cui, evidentemente, hanno intenzione di prendersi tutto il tempo a loro disposizione. In questi giorni sono stato a Nuova Delhi e da mio figlio. E’ un po’ deluso perchè sperava che ci fossero novità. Non si trova certo in un albergo a 5 stelle però l’ho visto forte e determinato, così come Elisabetta. Hanno la sicurezza degli innocenti e questo dà loro forza. Tomaso è molto commosso dalla solidarietà mostrata da amici e conoscenti anche su Facebook. Spera di riabbracciarli presto. Siamo sicuri che andrà così”. A rendere un po’ meno tortuosa la strada verso la libertà ci sono anche le parole dei genitori della vittima che raccontano che Francesco soffriva da tempo di gravi problemi respiratori e di essere dunque convinti che si tratti di morte naturale.