Economia

Patto di stabilità: nota “dolente” anche per il consiglio comunale di Savona

Soldi euro dichiarazione

Savona. Il Patto di stabilità al centro anche delle discussioni del consiglio comunale di oggi a Savona con l’ordine del giorno presentato dal consigliere Roberto De Cia (gruppo Democrazia e Socialismo).

Con questo ordine del giorno si chiede al Governo di: sbloccare i residui passivi dei Comuni per permettere pagamenti rapidi per i lavori e i servizi effettuati dalle imprese; compensare integralmente l’Imposta sugli immobili (I.C.I.); modificare gli obiettivi e le regole del patto di stabilità in modo da rendere sostenibile per il comparto la manovra e da consentire ai Comuni di sostenere la spesa per investimenti; l’immediata sospensione di tutte le sanzioni per il mancato rispetto del Patto di stabilità interno per il 2009  e la realizzazione di un vero patto di stabilità territoriale che abbia la possibilità di modificare le regole per renderle più aderenti alle specificità territoriali, una volta definito l’obiettivo nazionale del comparto articolato a livello regionale.

Queste le premesse che si leggono in una nota: “I Comuni sono oggetto di una ingiusta campagna di tagli e ne pagano le conseguenze le amministrazioni virtuose ed i cittadini. I soldi vanno tagliati negli enti centrali, Governo, Ministeri, enti regionali non nei Comuni che risparmiano e danno tanti servizi ai cittadini. La Pubblica Amministrazione di tutta Italia ha speso nel 2008 quasi 20 miliardi di euro in più rispetto al 2007, mentre l’insieme dei Comuni ha risparmiato 1,2 miliardi di euro. Per avere questo risultato i Comuni hanno tagliati i costi e annullato gli sprechi”.

E ancora: “Nel 2010 si ripresentano tutte le difficoltà riscontrate nel 2009. In particolare l’impossibilità a fare investimenti. I Comuni, per partecipare al risanamento dei conti pubblici, attraverso i limiti imposti dal Patto di Stabilità, hanno come unica possibilità la riduzione della spesa totale. Ridurre quindi ancora le spese mentre i Comuni devono far fronte alla crescente domanda di servizi sociali, all’aumento dei costi, ai rinnovi contrattuali. Per rispettare i vincoli imposti dal patto di stabilità  in cui il Governo chiede drastici tagli,  i Comuni saranno costretti nel triennio 2009/2011 a ridurre la spesa totale del 10%, pari a circa 6 miliardi di euro. Questo vuol dire che verranno ridotti di circa il 30% gli investimenti e che alle aziende italiane verranno tolti 6 miliardi di euro (senza considerare l’indotto complessivo). Inoltre le regole attuali bloccano di fatto i pagamenti che i Comuni devono alle imprese per lavori e servizi già resi e per cui hanno già messo da parte le risorse”.

“Si vuole ridurre il numero dei consiglieri comunali e gli assessori per risparmiare, si dice. I Comuni sono disponibili a discutere se si riduce il numero anche dei rappresentanti delle altre Istituzioni dello Stato. Un Consigliere comunale percepisce un gettone di presenza per ogni seduta di commissione o di consiglio comunale: si va da circa € 18 lordi per i comuni fino a 5.000 abitanti a circa € 60 lordi per un Comune capoluogo di Provincia a circa € 100 per il Comune di Milano. Si risparmierebbe senz’altro di più riducendo consiglieri e assessori regionali, parlamentari sottosegretari o gli stipendi dei commessi delle Istituzioni nazionali”. Tutte premesse con le quali si chiede al Governo di far “respirare” enti ora in grande difficoltà a causa del Patto di stabilità.