Savona. Meno 5% di ore lavorate. E’ questo il dato secco, reso noto dal presidente degli imprenditori edili Elio Guglielmelli, che dà la misura della crisi del comparto nell’ultimo anno, nonostante l’ultimo trimestre del 2009 segni una piccola inversione di tendenza, fermandosi al -3,2%. “Ciò indurrebbe a pensare che il peggio sia passato – dichiara Guglielmelli – ma in realtà, l’analisi è più complessa”.
Il presidente degli edili savonesi punta il dito contro il gran numero di aziende presenti nel settore. “In Italia ci sono 52 mila imprese qualificate per i lavori pubblici, mentre nei Paesi europei la media è di seimila. Inoltre la seconda nazione per numero complessivo di imprese edili è la Germania, con 250 mila, mentre l’Italia, prima, ne conta 775 mila, una ogni 30 famiglie” spiega Guglielmelli, che non manca di sottolineare la ricaduta di questi numeri sulla realtà locale: “In provincia di Savona ci sono 5.962 imprese edili, di cui 5.017 non hanno dipendenti”.
“Occorre, nell’interesse di tutti, non solo del sistema che rappresentiamo, introdurre regole severe per l’accesso al mercato pubblico e privato, basate sulla professionalità, sul possesso delle risorse umane e dei beni strumentali, sulla conoscenza delle norme generali e di settore” prosegue poi, elencando i dati regionali: “Nell’ultimo anno l’edilizia ligure ha perso 1415 posti di lavoro ed hanno chiuso oltre 400 aziende. Il mercato privato, dopo la crescita registrata dall’inizio del decennio, risulta ora bloccato. La crisi finanziaria che ha colpito gli istituti di credito e le famiglie continua a incidere sulla liquidità e sulla capacità di programmazione del lavoro delle imprese. La Liguria registra il peggior risultato a livello nazionale nella concessione di mutui per investimenti in edilizia non residenziale, con un -71,2% nell’ultimo anno, e le stime per il 2010 prospettano un quadro ancora più grave”.
Alla nuova amministrazione regionale, il numero uno degli edili savonesi chiede un programma straordinario per gli appalti dei lavori pubblici, una miglior valutazione della qualità e completezza progettuale, la congruità dei prezzi di gara, l’utilizzo di criteri di aggiudicazione degli appalti che assicurino
sicurezza, qualità e la corretta esecuzione dei lavori, minori tempi per il rilascio dei titoli edilizi, la revisione del “Piano casa” regionale, la correzione della legge ligure sull’edilizia sociale e, infine, agevolazioni finanziarie e contributi alle imprese.
“Nell’attuale congiuntura è necessario che le amministrazioni pubbliche recuperino efficienza nella spesa delle risorse erariali, specie nel comparto degli appalti, dove il rispetto dei termini di pagamento contrattuali è essenziale – sottolinea Guglielmelli – In Italia la pubblica amministrazione impiega fino a 2,3 volte in più, rispetto alla media europea, per onorare i debiti che ha contratto”.