Albenga. Una lettera al Ministro degli Esteri Franco Frattini alla quale allegare il maggior numero possibile di firme. E’ questa l’iniziativa portata avanti dagli amici di Tomaso Bruno, l’albenganese detenuto in carcere in India con l’accusa di omicidio, per fare in modo che il Governo non lo abbandoni e si occupi attivamente del suo caso.
Gli amici del giovane hanno quindi dato il via ad una vera e propria raccolta di firme ad Albenga. I moduli si possono trovare nei seguenti locali: pizzeria “Sotto Il”, pizzeria “Il candidato”, “Caffè Caprice”, “Caffe Trieste”, “Caffè 33”, “Caffè Noir”, “Enri Club” e ad alassio da “Spotti Alassio” e al “Bar della Stazione”. L’appello per aderire alla raccolta firme è stato lanciato, come di consueto ormai, dalle pagine del social network Facebook dove il gruppo che sostiene Tomaso Bruno conta già più di 1200 membri.
Sulla pagina, nella quale si precisa che il gruppo ha lo scopo di “ribadire la nostra assoluta convinzione dell innocenza di Tommi e della sua amica e allo stesso tempo per essere vicini alla famiglia di Francesco Montis”, si trovano molti messaggi di solidarietà per Tomaso. Sempre sul gruppo poi è possibile leggere il contenuto della lettera che verrà inviata al Ministero degli Esteri.
Ecco il testo: “On. Ministro, le scriviamo in merito al recente episodio che vede coinvolto un nostro caro amico e connazionale, Tomaso Bruno, attualmente detenuto in attesa della formalizzazione dell’accusa, presso una struttura carceraria in India, nella città di Varanasi. Come avrà saputo, Tomaso, insieme ad un’altra nostra connazionale Elisabetta Boncompagni di Torino, è sospettato di omicidio per la morte di Francesco Montis, deceduto nella città indiana il 4 febbraio 2010.
Con questa lettera non vogliamo ribadire la nostra assoluta convinzione dell’innocenza dei due (peraltro avvalorata da quanto dichiarato dalla famiglia Montis, secondo la quale Francesco soffriva di gravi problemi respiratori che avrebbero cagionato il decesso), ma semplicemente chiedere l’interessamento attivo e la massima attenzione possibile da parte dello Stato Italiano affinché questo caso sia trattato con la massima chiarezza e trasparenza, nel rispetto della legge e senza alcun pregiudizio.
Senza entrare nei dettagli dell’accaduto, abbiamo il timore che le autorità indiane stiano trattando il caso in maniera superficiale, soprattutto in merito al movente e alle dinamiche. In questa situazione poco chiara, Tomaso e la sua amica sono detenuti da xx giorni senza che finora le autorità indiane si siano formalmente pronunciate in merito.
Ci appelliamo a Lei e a quanto è in Suo potere affinché vengano garantiti il necessario controllo sulla regolarità delle procedure ed il rispetto dei diritti umani ed internazionali, sperando che la verità emerga quanto prima e che l’incubo che Tomaso sta vivendo possa concludersi al più presto. In questa situazione di impotenza e frustrazione, abbiamo voluto effettuare una raccolta firme, che alleghiamo, per dare voce a quanti condividono questo appello. Con i sensi della più alta considerazione e deferente stima”.