Politica

Piero Fassino a Finale: “Con Burlando cinque anni di buongoverno”

Piero Fassino

Finale Ligure. Stringe mani di potenziali elettori da un lato, e crostini “inzuppati” di prelibatezze nostrane dall’altro, sperando forse che i liguri si dimostrino “buongustai” non soltanto a tavola, ma magari anche nel segreto dell’urna elettorale.

E’ stato un pomeriggio all’insegna di “pane e politica” per Piero Fassino che decide di iniziare la sua visita nel Finalese dal Salone Agroalimentare Ligure che, con le sue bancarelle colme di specialità culinarie, colora le vie di Finalborgo. Una visita durante la quale viene affiancato passo dopo passo da uno dei “suoi” candidati alle prossime elezioni regionali, Nino Miceli, che lo aspetta per poi accompagnarlo al comizio che lo vede protagonista al cinema Angelicum di Finale Ligure. Piero Fassino arriva al Salone intorno alle 16 promuovendo, tra un assaggio e l’altro, la corsa del Pd alla Regione. Una Regione che deve essere tenuta stretta per non rischiare una virata a destra che già ha caratterizzato le scorse provinciali.

“Penso che abbiamo tutte le carte per vedere riconfermato il mandato di Claudio Burlando – dice Fassino -. Siamo impegnati in una campagna elettorale volta a sottolineare come questi siano stati cinque anni di buongoverno per la Liguria. Basta pensare a come la giunta Burlando sia stata in grado di risanare i conti di una sanità che la giunta Biasotti aveva lasciato in largo deficit e di come siano stati compiuti numerosi interventi capaci di ridurre l’impatto della attuale crisi economica. Il momento non è certo facile e per questo è importante che le regioni si affidino a personalità autorevoli capaci di prendere provvedimenti che a livello nazionale l’attuale Governo mostra di non essere in grado di fare. Burlando è la persona giusta”.

“Ancor più in queste ultime settimane il governo sta perdendo sempre più credibilità – rincara la dose Fassino, riferendosi al pasticcio delle liste PdL in Lazio e Lombardia e al caso che sta coinvolgendo Silvio Berlusconi e il direttore del Tg1 Minzolin – mostrando di avere uno scarso senso delle istituzioni e dello Stato e palesando la volontà di mettere le mani sul sistema radiotelevisivo informativo. C’è una distanza sempre più abissale tra quello di cui si occupa il governo e quelli che sono i problemi reali degli italiani”.