Enpa: “Parco del Finalese, occasione sprecata dal compromesso tra politici e cacciatori”

Caccia

Savona. L’Enpa savonese torna a parlare del Parco del Finalese e dell’opposizione dei cacciatori alla sua costituzione, opposizione, secondo gli animalisti, appoggiata ingiustamente dai politici.

“La caccia non è una iattura solo per gli animali ma anche per il turismo e l’economia locale – scrive Enpa in un comunicato – e la violenta opposizione al parco del Finalese dei cacciatori lo sta dimostrando. La Protezione Animali savonese ricorda che nei parchi regionali liguri si è raggiunto, tra i politici (quasi tutti amici dei cacciatori) ed i cacciatori, un compromesso che riduce ben poco l’attività venatoria.  Ma l’egoismo e l’incoscienza ambientale dei cacciatori finalesi non hanno limiti e, pur di non rinunciare neppure allo sparo di una sola cartuccia o non perdere una sola preda, si oppongono alla creazione del parco”.

“Le realtà locali – si legge ancora – saranno così costrette a rinunciare ai notevoli finanziamenti statali, regionali ed europei destinati ai parchi, che potrebbero costituire, come hanno ben capito gli albergatori, un volano potente per il rilancio del turismo e la creazione di posti di lavoro preziosi. Non occorre andare lontano per verificarlo; il parco delle Cinque Terre, pur nel rispetto dell’ambiente e, purtroppo, delle esigenze dei cacciatori, è noto in tutto il mondo e visitato da migliaia di turisti, che portano valuta pregiata ed alimentano tutta l’economia locale. Nel Finalese si trovano meraviglie non inferiori che, se valorizzate correttamente dal parco, diverrebbero una meta internazionale: le numerose grotte, i diversi siti archeo-logici (la strada ed  i ponti romani, Campu Riundu, il Ciappo delle Conche, etc.), percorsi pedonali indimenticabili nella macchia mediterranea ed una fauna spesso unica che, se non perseguitata, comincerebbe a lasciarsi osservare. E invece i cacciatori e qualche miope o strumentalizzato proprietario terriero (quanti ettari possiedono i contestatori?) bloccano tutto da 30 anni, tra l’altro diffondendo false informazioni, che dovrebbero essere perseguite penalmente, come quella secondo cui nei parchi “è vietata la raccolta delle ca-stagne e di ogni altro vegetale”. Vergogna”!