Savona. Si è respirato un clima di tensione nell’aula Magna del secondo piano di Palazzo di Giustizia dove poco fa è stata pronunciata la sentenza di primo grado nel processo per l’omicidio di Roberto Siri, l’artigiano edile di Cengio pestato a morte la notte del 2 febbraio 2008 davanti all’ospedale di Cairo Montenotte.
Aula gremita, presenti parenti e amici degli imputati, parte della comunità albanese residente in Val Bormida. C’era grande attesa per la pronuncia della Corte di Assise di primo grado. L’atmosfera si è surriscaldata alla lettura della sentenza con le condanne inflitte nei confronti dei quattro imputati: Samuel Costa, Arjan Quku, Orges Goxhaj ed Ervin Zela.
Provata ma estremamente composta e dignitosa la reazione della madre di Samuel Costa, che ha così commentato ad IVG.it: “Non sono d’accordo con la sentenza, non ci sono prove certe sulla dinamica e la modalità del pestaggio, la ricostruzione dei fatti è stata nebulosa…”. La madre ha poi potuto salutare brevemente il figlio che le ha detto: “Non ti preoccupare”. Rabbia, lacrime e dolore invece tra familiari e amici dei condannati albanesi: “Per noi non c’è giustizia in Italia…”.