[thumb:441:l]Regione. E’ ufficiale, come auspicato da Giacomo Ronzitti, sarà la VII commissione regionale permanente “verifica e controllo” a eseguire l’indagine sulle presunte tangenti sull’assegnazione dei fondi europei agli enti locali. A stabilirlo è stato l’Ufficio di presidenza integrato del Consiglio regionale della Liguria. Tra le ipotesi emerse negli ultimi giorni, c’era anche quella della istituzione di una apposita commissione di inchiesta.
L’Ufficio di presidenza allargato ai capigruppo ha dunque accolto la proposta del presidente dell’assemblea legislativa Giacomo Ronzitti di affidare la verifica alla VII Commissione. La decisione è stata approvata da tutti i capigruppo e presidenti di commissione ad eccezione del consigliere regionale Gianni Plinio (Pdl), che chiedeva invece la istituzione di una commissione di inchiesta specifica. La VII commissione si riunirà venerdì prossimo per acquisire gli atti dalla giunta e per avviare le audizioni dei funzionari e dei dirigenti regionali che hanno seguito l’iter dei progetti e l’aggiudicazione dei finanziamenti.
I risultati dell’indagine dovranno essere comunicati al presidente Ronzitti entro il 30 gennaio prossimo. Il consigliere Vito Vattuone (Pd), che fa parte della commissione Verifiche e controlli ma che è indagato dalla magistratura, che la scorsa settimana ha fatto perquisire i suoi uffici dalla Guardia di Finanza, ha inviato una lettera al presidente dell’Assemblea legislativa in cui annuncia che si asterrà dal partecipare alle sedute della stessa. Il consigliere Nicola Abbundo (Pdl), anche lui membro della commissione e indagato dai magistrati, ha avvertito direttamente il presidente Alessio Saso annunciando anche lui che non parteciperà ai lavori sulla inchiesta dei fondi Ue.
“Se si deve fare una inchiesta interna, la si faccia vera e senza armi spuntate”. Questo il commento del consigliere regionale del Pdl Gianni Plinio (Pdl), unico contrario a questa decisione che sosteneva la necessità di una commissione specifica per indagare sulle presunte irregolarità nella assegnazione dei fondi europei. “Tra una Commissione ordinaria quale quella sulla trasparenza – dice Plinio – ed una Commissione speciale di inchiesta come da me proposto ed accettato dallo stesso presidente Burlando si è optato, con il solo mio voto contrario, per la prima. E’ una scelta troppo timida, riduttiva e, con ogni probabilità, inutile”.
“Su una questione seria e delicata come quella dei fondi europei sarebbe stato più opportuno evitare mezze misure e dare vita ad un organismo in grado di dare maggiori garanzie come la Commissione di Inchiesta appositamente prevista dall’articolo 28 del Regolamento con composizione, prerogative dei commissari e scadenze temporali ben definite. Come si era, peraltro, fatto nel ciclo legislativo 1995/2000 a proposito della discarica dei veleni di Pitelli. Che cosa c’era da temere da una Commissione Speciale di Inchiesta? Privilegiando una formula più morbida e generica si rischia di suscitare presso l’opinione pubblica dubbi di cui, invece, non ce ne era bisogno” ha concluso l’esponente del Pdl.