Lettera al direttore

Politica

Toccherà poi anche all’aria? Lettera dell’Italia dei Valori

In questi ultimi giorni stiamo assistendo, da cittadini direi con incredulità, all’epilogo annunciato delle vicende relative alla privatizzazione dell’acqua.

Questa lunga storia, meglio sarebbe definirla incubo, iniziò in punta di piedi molti anni or sono. I meno giovani lo ricorderanno di sicuro: i comuni erano quasi tutti autosufficienti dal punto di vista idrico, ognuno col suo piccolo acquedotto ed i suoi pozzi. Erano tempi in cui si dava ancora valore alle esigenze basilari dei cittadini, e si era fieri di avere un acquedotto comunale, un macello comunale, un ospedale comunale.

Ma i tempi cambiano, ci dicono che i costi diventano insostenibili, che il servizio ne risentirebbe, ma soprattutto ci dicono che “anche gli altri stanno cedendo le proprie società comunali a soggetti più grandi”, spesso aziende miste pubblico – private o totalmente private.

Le scuse erano quelle relative al costo crescente della manutenzione degli impianti e del personale: venne creata così nell’immaginario collettivo l’idea che con i soldi che sarebbero stati risparmiati chissà mai i comuni cosa avrebbero potuto permettersi di realizzare!

La storia ci ha purtroppo insegnato che le alienazioni di tutte questa attività non hanno certo risanato i comuni, anzi…basti pensare all’ACTS ed alle sue voragini, ripianate alla fine proprio dai comuni associati che anni prima avevano in molti rinunciato ai propri servizi di trasporto comunale.

Il caso dell’acqua è il più grave di tutti: c’è chi dice che la prossima grande guerra verrà combattuta non per il petrolio ma per l’acqua.

Questo ci deve far riflettere: fino a quando saremo così stolti da affidare a privati (regolarmente privi di scrupoli sociali, ma mossi solo dal business) la fornitura e la proprietà dei servizi basilari alla nostra esistenza?

Nei territori palestinesi della CisGiordania la famigerata linea verde che dovrebbe separare Israele dalla Palestina, è stata tracciata e modificata dagli ebrei in modo da annettere ad Israele ogni sito in cui vi siano pozzi d’acqua: in questo modo gli israeliani hanno l’arbitrio assoluto sulla vita o la morte di milioni di palestinesi.

Da noi non è molto diverso: qui non è in ballo direttamente la vita, ma l’arbitrio sui costi lo abbiamo ormai delegato a gente che persegue il profitto, non il mantenimento dello stato sociale.

La conclusione è sempre la stessa: la politica deve tornare al significato etimologico della parola stessa, e quindi occuparsi in primis della gente, dei cittadini e dei loro bisogni, partendo da quelli essenziali.

Dai bisogni essenziali si potrà poi costruire un tessuto economico tale da consentire lo sviluppo della società ed il profitto di chi nell’impresa davvero rischia ed investe.

Da troppo tempo facciamo l’esatto opposto, e i risultati cominciano a vedersi: bollette alle stelle, tagli drastici nel personale delle società di servizi, i servizi stessi sempre più mediocri se non insufficienti.

IDV, che da sempre sta dalla parte dei cittadini, si impegna a far tornare la speranza nella nostra provincia: speranza di lavoro, di efficienza statale e di rispetto dell’ambiente.

Questi sono i valori che staranno alla base del nostro impegno per le regionali 2010. Tutto il resto verrà dopo.

Giovanni Baglietto Presidente Coordinamento Provinciale IDV
Marco Caviglione Consigliere Provinciale IDV