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Problemi ai corsi serali, risponde il docente responsabile

Aula scuola

[thumb:7089:l]Savona. Arriva a stretto giro la replica del professor Fausto Capano, responsabile dei corsi serali per gli istituti savonesi “Mazzini” e “Boselli”, allo studente Gianluca Boyancè, che aveva definito “scandalosa” la situazione in cui versano le due scuole superiori, puntando il dito soprattutto contro l’assenza di un orario definitivo delle lezioni, poca chiarezza sui programmi delle materie non in comune tra i due indirizzi, carenze di materiale didattico e problemi logistici di vario genere.

“Premetto che gli istituti ‘Mazzini’ e ‘Boselli’ hanno dovuto accorpare le classi dei rispettivi corsi serali al fine di evitare che fosse negato il diritto alla prosecuzione ed alla conclusione del ciclo di studi per i propri alunni, causato dai tagli delle classi – spiega l’insegnante – Detto ciò, a riguardo delle osservazioni fatte dallo studente penso sia necessario sapere che l’orario delle lezioni è definitivo da ieri, giorno che costituisce l’inizio della quarta settimana effettiva di lezione per la classe serale degli anni quarto e quinto, essendone stata autorizzata la formazione, da parte dell’Ufficio scolastico provinciale, solo nei giorni 24 e 25 dello scorso mese di settembre”.

“Inoltre – spiega sottolinea il professor Capano – l’orario delle lezioni, nelle due settimane precedenti l’adozione del definitivo, ha coperto 4 ore per ciascuna delle cinque serate della settimana in cui si svolgono le attività didattiche, pari all’80% dell’orario settimanale previsto per il corso serale ‘Sirio’ dei ragionieri”.

“Seguendo il normale iter burocratico per le nomine del personale a tempo determinato, ad oggi resta da nominare solo il docente di Geografia, materia che fa parte del piano di studi della sola classe Quarta del ‘Mazzini’ e non di tutta la multiclasse in questione” prosegue il docente, rimarcando poi: “E’ in corso di definizione l’orario ‘in flessibilità’ dei docenti, cioè la collocazione oraria, nel quadro settimanale, delle attività compensative e integrative che ogni insegnante del consiglio di classe svolgerà per cercare di completare nel miglior modo possibile il programma da svolgere in ciascuna classe. Nelle prossime settimane, ossia entro gli inizi novembre, sarà disponibile un ulteriore insegnante di Diritto al fine di approfondire le parti di programma della materia che non possono essere svolte in compresenza fra alunni di indirizzi di studi diversi.Il problema maggiore, cioè quello di come effettivamente si svolge l’ora di lezione in presenza di un gruppo-classe costituito da alunni di Quarta e di Quinta di due istituti diversi, può essere risolto solo con indicazioni chiareda parte del docente circa le parti di programma che intende svolgere nel corso delle diverse ore della settimana”.

“Il resto dei problemi segnalati dallo studente credo sia marginale: non è certo in virtù di un parcheggio più o meno difficoltoso che si frequenta o si abbandona un corso di studi. La carta per le fotocopie non è infinita in nessun istituto d’Italia: si provvederà a metterne a disposizione di più, nella speranza che sia utilizzata, da tutti, per il meglio – commenta il docente – Il ‘rallentamento’ delle lezioni, purtroppo, è implicito nell’organizzazione di ogni multiclasse. Sarebbe bello che ciò potesse non accadere. Tuttavia, se ciò non accadesse, vorrebbe dire che è possibile organizzare, con profitto, tutte le attività didattiche delle scuole italiane per multiclassi, con alunni di anni diversi ed addirittura di scuole diverse nella medesima classe. E’ proprio per questo che sarebbe stato meglio non essere stati costretti nelle condizioni di dover creare delle multiclassi articolate tra istituti diversi: siamo noi tutti, docenti e dirigenti scolastici, i primi ad esserne consapevoli e siamo assolutamente intenzionati a non far ricadere sull’utenza le conseguenze di una situazione alquanto discutibile. A questo proposito, sarà bene fare una riflessione seria per gli anni a venire, in primo luogo con l’Ufficio scolastico provinciale, affinché responsabilità politiche ‘a monte’ non ricadano sulle scuole che sono chiamate ad organizzare il servizio”.