[thumb:12045:l]Pietra Ligure. “Che l’acqua sia una risorsa vitale che deve essere correttamente gestita secondo criteri di solidarietà è un principio fondamentale dal quale il gruppo consiliare de Il Popolo della Libertà non intende in alcun modo abrogare”. E’ quanto dichiara Edoardo Ciribì, capogruppo consiliare Pdl di Pietra Ligure in merito al dibattito sull’Ambito Territoriale Ottimale e sulla privatizzazione dell’erogazione idrica.
“Occorre però fare chiarezza in merito agli ATO per evitare derive populistiche e dichiarazioni propagandistiche del tutto gratuite e superflue – spiega Ciribì -. La Legge 5 gennaio 1994 n° 36 ‘Disposizioni in materia di risorse idriche’, meglio nota come ‘Legge Galli’, già prevedeva quindici anni fa un riordino della materia attraverso il superamento dell’attuale frammentazione delle gestioni, ritenuta la principale causa degli sprechi della preziosa risorsa”
“L’emanazione di questa normativa – prosegue – insieme ad altre ad essa collegate basti citare il Dlgs n° 152/2006 e la Legge Regionale n° 39/2008, ha avviato un profondo processo di riorganizzazione istituzionale e industriale nell’assetto dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. Volendo circoscrivere le valutazioni sul servizio idrico, si ritiene che la costituzione dell’ATO ancorché prevista e quindi obbligatoria per legge possa comportare il concepimento di strategie più ampie di gestione che possono con il tempo materializzarsi nella progettazione e nella realizzazione di interventi a livello comunale assolutamente migliorativi”.
“Alcuni esempi – sottolinea il capogruppo consiliare del Pdl di Pietra Ligure – potrebbero essere costituiti dagli interventi di interconnessione delle reti di acquedotto, attuati per prevenire periodi siccitosi e nella programmata realizzazione dei depuratori costieri e dell’entroterra al servizio di più comuni al fine di assicurare il rispetto dei parametri di legge e migliorare la qualità dei corsi d’acqua e del mare. In estrema sintesi, la legge ha come finalità la definizione di una gestione unitaria ed integrata dell’insieme dei servizi pubblici di captazione dalle fonti di approvvigionamento (sorgenti, invasi, pozzi, eccetera), di adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue”.
“Ci si rende conto – continua Ciribì – che uno degli aspetti più controversi dell’attuazione del Servizio Idrico Integrato sia costituito dalla tariffa che per legge deve coprire tutti i costi di gestione ed investimento. Occorrerà pertanto operare perché le Attività di Ambito si orientino verso una modulazione della tariffa sul territorio che tenga conto delle diverse realtà, rendendola il più possibile sostenibile attraverso meccanismi che da una parte penalizzino gli sprechi e dall’altra agevolino le situazioni in cui ci sia un consumo consapevole che corrisponda a reali necessità”.