[thumb:14849:l]Tortine e dolci confezionati non sono più da demonizzare. Guardate con sospetto per anni dai genitori più salutisti, “oggi le merendine moderne hanno cambiato volto sono studiate dal punto di vista nutrizionale e la loro composizione è equilibrata. Non contengono più grassi idrogenati, ma sostanze in grado di nutrire in modo sano i bambino senza indurre all’obesità. A patto di non esagerare”. Parola di Pietro Antonio Migliaccio, nutrizionista, libero docente in Scienza e alimentazione e componente della Società italiana di scienza dell’alimentazione (Sisa), che spiega come il segreto sia nell’uso “moderato e intelligente” di questi fuori pasto.
“Via libera alla merendina per lo spuntino di metà mattinata o di metà pomeriggio – spiega l’esperto – senza limitazioni circa la tipologia. Questo perché oggi le merendine non sono studiate solo dagli chef, ma anche dai nutrizionisti. Miele, yogurt, cioccolato e creme? Nessuna differenza. Meglio però leggere sempre le etichette nutrizionali. Anche perché se il dolcino contiene da 80 a 140 calorie per porzione è ‘per tutti’, mentre se supera le 200 calorie sarebbe meglio riservarlo ai piccoli sottopeso. Nessun timore, invece, per conservanti e coloranti, che devono rispettare sempre limiti fissati dalle autorità che regolano il settore”.
L’esperto suggerisce però di non aprire il pacco “formato famiglia” davanti al bambino: “C’è il rischio che ne ingurgiti troppe: insomma, una o due al giorno vanno bene, ma occhio a non esagerare”. Altro consiglio ai genitori: non fossilizzarsi sempre sullo stesso tipo di snack. “Una identica merendina tutti i giorni è noiosa e ripetitiva: ogni tanto – spiega – bisogna cambiare, per educare il bambino a una corretta alimentazione che deve essere variata, senza fargli mancare la giusta dose di energia”. Attenzione, invece, ad accompagnare il dolcino con una bibita gassata. “In una lattina da 330 millilitri ci sono 35 grammi di zucchero, pari a una tazzina colma, e 130 calorie. All’interno, poi, non ci sono proteine o fibre. Insomma, si tratta di una ‘superdose’ di zucchero che, a lungo andare, può regalare chili di troppo”.