[thumb:13406:l]Albenga. Spiragli di luce, ma ancora condizionati dallo sviluppo del delicato negoziato, per la clinica “San Michele” di Albenga, in piena crisi occupazionale. Il tavolo che si è svolto in Prefettura ha cercato di individuare le modalità di uscita dalle difficoltà aziedanli, che hanno determinato la cassa integrazione di parte delle maestranze sino a fine anno e la mancata corresponsione dei canoni di affitto al soggetto proprietario della struttura.
La riunione è stata presieduta dal prefetto Nicoletta Frediani, con la partecipazione dell’Asl 2 Savonese, della Provincia, del Comune di Albenga, della società che gestisce la struttura sanitaria, della proprietà immobiliare e delle parti sociali (Unione Industriali ed organizzazioni sindacali di comparto).
Durante l’incontro sono stati evidenziati gli aspetti della complementarità della clinica privata (con posti letto in convenzione Asl) rispetto ai presidi ospedalieri pubblici del comprensorio (Albenga e Pietra Ligure)e la necessità che la programmazione delle attività da svolgersi venga effettuata dal servizio sanitario pubblico.
Per sostenere e rilanciare l’attività della struttura ingauna, l’Asl, d’intesa con la Regione Liguria, ha dichiarato la propria disponibilità ad incrementare l’impegno economico fino a 3.500.000 euro (comprensivo degli attuali 900.000 circa), di cui metà per ampliare l’attuale contratto per attività riabilitative post chirurgiche (ortopedia) svolte in nome e per conto dell’Asl nei confronti dei pazienti liguri e metà per attività chirurgica o riabilitativa nei confronti di pazienti di altre Regioni (mobilità attiva) per le quali si verificherebbe una compensazione delle spese con le Regioni di appartenenza dei pazienti stessi.
La proprietà ha dichiarato l’intenzione di prorogare il contratto senza canone di affitto, in scadenza al 30 settembre, in modo da consentire al soggetto gestore di redigere un piano industriale che tenga conto dell’ampliamento delle convenzioni con l’Asl.
Tuttavia, la proposta (che costituisce una significativa apertura nella difficile trattativa in atto) necessita di approfondimenti tra Asl e società gestrice della struttura, soprattutto in relazione alle tariffe per l’attività riabilitativa che saranno applicate nei rapporti contrattuali con l’azienda sanitaria e nelle convenzioni. Il tempo per questi approfondimenti deve essere contenuto in ragione dei successivi provvedimenti che dovranno essere comunque adottati, sia in caso di esito favorevole che nella malaugurata ipotesi di chiusura dell’attività: pertanto, è stata fissata una nuova riunione per il 21 ottobre alle ore 11,30.
L’urgenza della definizione del piano industriale è stata sollecitata in particolar modo dai rappresentanti dei lavoratori anche nell’ottica delle prospettive future per le maestranze in servizio e in cassa integrazione, pur apprezzando lo sforzo compiuto dalle istituzioni e dai soggetti privati (gestore e proprietà) per superare la crisi.