Economia

Banda larga, sì dell’UE agli aiuti di Stato per colmare il digital divide

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[thumb:66:l]Bruxelles. Sì agli aiuti pubblici alla banda larga e alle reti di nuova generazione, per favorirne la diffusione, ma solo in quelle aree dove non vi sono ancora infrastrutture, come quelle rurali dove gli operatori non investono. E’ quanto stabilito oggi dalla Commissione Ue, nelle linee guida per gli aiuti di Stato alla banda larga.

“Benché gli investimenti nelle reti a banda larga ad alta ed altissima velocità debbano essere realizzati anzitutto da operatori privati, l’intervento pubblico può avere una funzione essenziale per estendere la copertura ad aree dove gli operatori non prevedono di investire”, ha detto oggi il commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes. Perché, spiega il commissario, è più redditizio costruire reti in zone dove la domanda potenziale è superiore, vale a dire in aree densamente popolate che Bruxelles definisce “aree nere”.

Nelle aree nere non saranno concessi aiuti di Stato, che invece sarà più semplice ottenere nelle “aree grigie o bianche”, ovvero quelle dove gli operatori privati non investono e dove la Commissione Ue vuole invece un maggiore sviluppo.