[thumb:10313:l]Savona. Il cuore non è bastato, tre reti di Alessandro Calcaterra neanche. L’Italia ha perso 5 – 7 con la Serbia ed è stata eliminata dal tabellone principale dei mondiali di Roma 2009. Il team azzurro, del quale fanno parte quattro atleti della Rari Nantes Savona, domani giocherà con l’Australia la semifinale dal 9° al 12° posto.
Ieri sera si è vista una bella Italia, una squadra grintosa, dinamica, che ha concesso poco in difesa ma che ha permesso ai serbi tre controfuge decisive. Il pubblico, pari a circa cinquemila persone, l’ha sostenuta fino alla fine e la squadra ne ha tratto coraggio. Ha dimostrato di crederci fino all’ultima azione, non si è fatta mai intimorire dagli avversari, neanche quando era sotto 4 – 6 alla fine del terzo periodo. Nel quarto tempo ha ripreso la partita in mano. Ha dimezzato subito lo svantaggio con un ispiratissimo Alessandro Calcaterra e un minuto dopo avrebbe anche pareggiato se gli arbitri non avessero annullato il goal. Il tiro sembrava sul filo della sirena, ma per gli arbitri era avvenuto a tempo scaduto. La nazionale azzurra non si è persa d’animo e ha continuato a cercare il pareggio ma, complice una sbavatura in fase di possesso palla, ha lanciato i serbi in controfuga che hanno messo Udovicic solo contro davanti a Tempesti. Un paio di finte e goal inevitabile. Questa volta Stefano Tempesti, che si è superato con interventi strepitosi, non poteva farci nulla.
Ma la doccia fredda doveva ancora arrivare. A 90″ dalla fine si è creata un po’ di confusione, l’allenatore della Serbia ha chiamato time-out quando mancava 1″ alla fine dei 30 di possesso palla ma nessuno se n’è accorto, neanche i suoi giocatori. Partita interrotta, grande confusione a bordo vasca e poi la decisione di riprendere con l’ultimo secondo di possesso palla ai serbi. Grande astuzia da parte dell’allenatore Dejan Udovicic che in questo modo ha impedito la ripartenza azzurra. Il commissario tecnico Alessandro Campagna e tutta la panchina azzurra avevano avuto un’altra impressione.
“C’è tanto rammarico per una partita giocata in modo tenace e ad alto livello – ha commentato il c.t. -. I ragazzi sono stati strepitosi. Almeno due episodi arbitrali hanno cambiato la partita: l’ultimo riguarda il time-out della Serbia che dalla panchina ci è sembrato oltre i trenta secondi. In quel caso ci averebbero dovuto concedere il rigore. La giuria, invece, ha ritenuto che il timeout fosse stato chiesto in tempo”. Poi aggiunge. “Abbiamo commesso tre sbavature che andavano evitate. Questa è una squadra rinnovata, che è cresciuta e deve ancora crescere. Ho in programma 30-40 partite internazionali di alto livello per portare questa squadra più in alto. In dieci partite abbiamo portato in piscina 40 mmila spettatori e siamo felici di aver fatto crescere il movimento”.
Maurizio Felugo è d’accordo con il tecnico della nazionale: “Abbiamo bisogno di giocare un maggior numero di partite di questo livello. Siamo soddisfatti della nostra prestazione, abbiamo lottato su ogni palla e il pubblico lo ha visto. Siamo una squadra forte e il nostro è un progetto a lungo termine. I tre goal subiti in controfuga ci sono costati la partita. Ringrazio il pubblico per averci sostenuto”.
Il tabellino:
Serbia – Italia 7 – 5
(Parziali: 1 – 1, 3 – 2, 2 – 1, 1 – 1)
Serbia: Soro, Abramovic, Gocic 1, Udovicic 2, Gak, D. Pijetlovic 1, Nikic, Aleksic 1, Radjen, Filipovic 1, Prlainovic 1, Mitrovic, G. Pijetlovic. All. D. Udovicic.
Italia: Tempesti, Mistrangelo, Giorgetti, Buonocore, Gallo 2, Felugo, Mangiante, Rizzo, Figari, Calcaterra 3, Aicardi, Fiorentini, Negri. All. A. Campagna.
Arbitri: Tulga (TUR) e Stravroupoulos (GRE).
Superiorità numeriche: Serbia 1/6 + 1 rigore, Italia 3/12. Uscito per limite di falli Aleksic a 2′ 59” del 4° tempo.