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Basket, una norma ostacola il Riviera: ripescaggio a rischio

Sport - prima parte

[thumb:5484:l]Vado Ligure. Le rinunce di Livorno in LegAdue (sostituita da Imola) e Roseto in A Dilettanti hanno liberato due posti dalla ex B d’Eccellenza. Secondo la graduatoria dei ripescaggi, le due poltrone vacanti spettano al Riviera Vado Ligure e al San Severo. Dopo la retrocessione al termine della scorsa stagione, il sodalizio del presidente Roberto Drocchi avrebbe quindi la possibilità di disputare per la terza volta consecutiva il campionato di “B1”. Il condizionale, però, è d’obbligo. Infatti una norma del Regolamento esecutivo, l’articolo 104, si è posta come ostacolo tra i biancorossi e la buona notizia.

In sostanza, il Settore Agonistico ha opposto un secco “no” alla domanda di riammissione presentata da Vado Ligure in mancanza di un campo omologato nel territorio del Comune dove ha sede la società. In pratica, il Riviera non può essere ripescato perché il suo campo di gioco è a Quiliano e non a Vado Ligure. In realtà questa regola è in conflitto con quanto disposto dal 136 del Regolamento organico in merito al trasferimento di attività, tanto che la società biancorossa ha immediatamente chiesto un parere espresso al Consiglio federale di sabato prossimo.

“La nostra società si dichiara sconcertata dalla decisione assunta, della quale presumibilmente la Federazione non coglie la gravità, in merito al danno economico, oltre che morale, che ne conseguirebbe – dichiara in un comunicato la dirigenza del Riviera -. L’applicazione pedissequa di una norma assurda ed incomprensibile ci priva oggi di un diritto che, a fronte dell’eventuale e probabile liberarsi di almeno un posto nel campionato superiore, la nostra società si sarebbe guadagnata sul campo, con il 10° posto della regular season, che soprattutto per la Federazione dovrebbe essere l’unico giudice nei confronti delle società, nel momento in cui le stesse ottemperino con serietà a tutti gli obblighi da esse dipendenti”.

“La nostra società – prosegue il comunicato – ha già fatto, negli anni scorsi, il trasferimento provvisorio di attività da Vado a Quiliano (comuni confinanti, 4 km dal pallone dei Giardini a Mare al palasport di Quiliano), e ritiene assurdo ed inaccettabile che ogni anno, per prassi e non per regola, perché di questo non è fatto cenno all’articolo 136 parte b del Regolamento organico, il Settore Agonistico, anziché effettuare un semplice rinnovo, pretenda arbitrariamente una nuova pratica”.

“In tutto questo – sottolineano i dirigenti biancorossi – oltre al danno la beffa: il Riviera Basket gioca da due anni a Quiliano e continuerà a farlo! Ma tutto ciò, ai burocrati della Fip non interessa. La nostra società ha quindi deciso di agire tanto sul fronte politico, chiedendo che sulla materia si esprima il Consiglio federale, al quale è stata mandata una nota, tanto sul fronte legale-giuridico, proponendo ricorso alla decisione (assunta con comunicazione non firmata, e neppure degna di una delibera apposita), e difendendo i propri diritti in ogni sede, non escludendo in tal senso neppure il ricorso alla giustizia ordinaria”.

Nella traccia dettata dalla Fip lo scorso 25 giugno, al posto dell’Andrea Costa Imola nel girone A si andrebbe ad inserire Fossombrone. Nel girone B invece la scomparsa di Roseto spalancherebbe le porte (anche per motivi geografici) a San Severo e non a Riva del Garda. Ma il Riviera non ci sta e attende gli sviluppi.

E’ da notare come Imola, ripescata in LegAdue, giochi le proprie gare interne a Faenza. Ma l’articolo 104 vale solamente per i campionati non professionistici. E, considerato il budget medio delle società di A Dilettanti, definire “non professionistico” tale campionato, al di là del nome, pare davvero anacronistico. A favore del Riviera parla inoltre il precedente del Pizzighettone, ammesso lo scorso anno in C Dilettanti nonostante non avesse il campo nel proprio Comune (giocò a Soresina).

Considerato il proprio ruolo (recentemente è stato eletto presidente della Lega Nazionale Pallacanestro), il numero uno del Riviera Basket Roberto Drocchi, in questa situazione, potrebbe trovarsi soggetto a critiche qualunque sia l’esito finale della vicenda. Se il Riviera sarà ammesso alla A Dilettanti ci sarà chi affermerà che è il potere della Lega a fare il bello e cattivo tempo. Se invece l’esito dovesse essere negativo ci sarà chi metterà in evidenza la presunta “incapacità a farsi rispettare” nonostante il ruolo. Resta il fatto che tutta la questione è stata scatenata da una norma che non attribuisce alcun valore alla “territorialità”: il palasport di Quliano è a due passi da Vado e nessun tifoso biancorosso ha mai avuto la sensazione di giocare “fuori casa”. Una regola che in futuro andrà, a detta di tutti, cancellata o almeno adeguata, ma che per ora è scritta e rischia di costare cara al Riviera.