[thumb:13338:l]Albenga. “La politica sanitaria regionale prosegue nel suo disegno di depotenziamento scellerato del ponente savonese”. Rosy Guarnieri, consigliere comunale della Lega Nord ad Albenga e assessore della giunta provinciale guidata da Vaccarezza, dice di non temere i “potentati della medicina” e sferra un affondo alle politiche della salute dell’ente di via Fieschi.
“Il problema della sanità che investe l’Albeganese non è solo quello della clinica San Michele, ma è una preoccupazione che riguarda anche il settore pubblico – afferma l’esponente del Carroccio – Il blocco operatorio del Santa Maria di Misericordia di Albenga non viene utilizzato alla massima potenza per carenza di personale. Ci troviamo così nell’assurda situazione che nell’ospedale pubblico mancano gli addetti ai servizi e nella casa di cura privata, dove il personale c’è, settanta dipendenti sono a rischio”.
“La giunta Burlando va avanti nel suo progetto teso a ridurre il Santa Corona a vantaggio del San Paolo e il nosocomio di Albenga a vantaggio del Santa Corona – sostiene Rosy Guarnieri – Con l’effetto che il ponente avrà due strutture depotenziate, schiacciate e sbilanciate a favore di Savona. L’idea che perseguono da Genova è quella di rafforzare all’eccesso il San Paolo, mettendo in condizioni i due ospedali di Pietra e Albenga di non fare più richiamo. Anche gli attuali, strani movimenti con l’ingresso di facenti funzione nei primariati lo dimostrano. Se così non è, mi smentiscano l’assessore regionale Montaldo e i vertici dell’Asl 2 con argomentazioni concrete”.
La clinica San Michele rimane nell’agenda della politica ingauna. Così la rappresentante leghista: “Il privato ha presentato un piano di rilancio e si è reso disponibile a impegnarsi. Ma non c’è stata risposta da parte pubblica: né dalla Regione, che dopo le promesse si è disinteressata, né dalla giunta comunale di Tabbò, che ha lasciato precipitare la situazione. L’unica soluzione per la sopravvivenza della casa di cura è la lotta contro le fughe degli specialisti in altre regioni come la Lombardia ed il ritorno a livelli di eccellenza nell’attività protesica e nella riabilitazione ortopedica”.